Lo stile reportage è proprio anche del secondo film che vi proponiamo, ideato dalla britannica adam&eve DDB, ennesimo mattoncino che partecipa alla costruzione di uno dei posizionamenti più solidi e duraturi che mamma pubblicità ricordi: quello di Marmite, il prodotto spalmabile che ha un gusto talmente particolare, che è facile non piaccia affatto. “O lo odi o lo ami”, è da sempre lo slogan.
È normale quindi che il prodotto finisca negletto in fondo alla dispensa, se al primo assaggio, come spesso accade, disgusta. Perciò i creativi si sono immaginati la ‘Squadra di soccorso Marmite’ che irrompe nelle case, seguita da una macchina da presa a mano, perquisisce le cucine sotto gli sguardi affranti e contriti della famiglia (il volto dei bambini è cancellato come nei veri reportage), scova il vasetto solo e abbandonato, lo porta via in un’apposita gabbietta, lo ricovera in un centro d’accoglienza dove famiglie degne (e amanti del gusto di Marmite) adottano il vasetto.
In sostanza: vogliamo scherzare su fenomeni devastanti come i recenti uragani? O alludere malignamente ai maltrattamenti sugli animali per portare a casa uno spot brillante? Nessun problema: tutto ciò che si rischia è un Leone a Cannes. Perché una dose di cinismo fa bene alla creatività. Tranne, ovviamente, che nella terra del buonismo. (Nota: anche gli inglesi, che si suppone siano spiritosissimi, hanno avuto da ridire. Unilever, produttrice di Marmite, ha ricevuto centinaia di proteste perché lo spot metterebbe in ridicolo le persone che lavorano alla protezione animali. All the world is village, come si dice nel Regno Unito.