L’idea è semplice ma allo stesso tempo innovativa. Anzi, se la fase di sperimentazione dovesse avere gli esiti attesi, si tratterà a tutti gli effetti di una svolta pioneristica. La direzione, del resto, è quella di abbattere le emissioni nocive degli store e risparmiare energia elettrica, senza ricorrere a investimenti eccessivamente onerosi né a interventi edilizi invasivi, che richiedono la chiusura degli esercizi. Un obiettivo teoricamente raggiungibile, anche perché la materia prima in questione è già presente in abbondanza nei punti vendita. Il progetto, infatti, prevede la cattura del calore emesso dai frigoriferi, in modo da riutilizzarlo per alimentare i sistemi di riscaldamento attraverso una rete di tubazioni, simile a quella adottata per gli impianti geotermici. La tecnologia sarà implementata dalla società Geoscart e finanziata in parte con un prestito agevolato di circa quindici milioni di dollari, concesso per gli interventi di riqualificazione energetica. Dopo l’installazione, invece, British Gas si occuperà della manutenzione delle strutture, mentre ciascun supermercato sarà dotato di un software in grado di monitorare e gestire le operazioni, in modo da ottimizzare i consumi. Nei piani di Sainsbury, la tecnologia di riciclo del calore verrà impiegata in circa 100 negozi entro i prossimi quattro anni, con una previsione di risparmio sulla bolletta elettrica vicino al 30% e un concreto passo avanti sulla strada della sostenibilità ambientale. Non a caso, Geoscart ha dichiarato che altri retailer di primo piano stanno valutando l’ipotesi di sviluppare sistemi analoghi per i loro supermercati, spinti anche dalle misure di sostegno economico previste dal governo inglese.
Sainsbury, così il frigorifero riscalderà gli store
In cento punti vendita del retailer verrà riciclato il calore emesso dai freezer. Con un risparmio energetico del 30%
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