Ben 400 tonnellate di olio di dubbia e incerta provenienza sequestrate. È accaduto nell’ambito dell’indagine coordinata dal procuratore della Repubblica di Trani Carlo Maria Capristo, e dal pm Antonio Savasta.
La Guardia di Finanza ha scoperchiato un giro d’affari illecito, stimato in 30 milioni di euro, che ha portato all’arresto di 16 persone in Puglia. Gli imprenditori accusati, con la complicità di indagati calabresi trasformavano olio d’oliva comunitario in olio 100% italiano bio, che poi spacciavano fraudolentemente come tale sul mercato, sfruttando il valore aggiunto delle menzioni made in Italy e biologico.
In Italia, secondo l’osservatorio economico di Unaprol, il 14% di tutta la superficie coltivata a biologico è olivicola pari a circa 165mila ettari. La produzione bio risulta maggiormente concentrata in Puglia (33%), Calabria (30%) e Sicilia (11%). Produrre biologico costa di più, ma proprio per questo ottiene un premium dal mercato facendo leva sul concetto di produzione rispettosa dell’ambiente, molto apprezzata anche sotto il profilo etico. L’olio extravergine d’oliva 100% biologico veramente italiano, secondo i dati dell’associazione Unaprol è venduto, all’origine, tra il 15 e il 20% in più dell’extra vergine convenzionale. Margine di prezzo che al consumo registra aumenti anche del 105%; più del doppio – in pratica – rispetto al prezzo dell’extra vergine convenzionale sullo scaffale degli iper e supermercati.
“In Italia – commenta Unaprol – i controlli ci sono e funzionano meglio di altrove perché c’è competenza, e inquirenti e investigatori sanno dove guardare grazie anche a leggi come la ‘salva made in Italy per l’olio extravergine d’oliva’ varata dal Parlamento italiano”.
“Azioni di contrasto come quella di oggi si inseriscono in un piano di azione contro l’illegalità, a tutela della sicurezza degli alimenti, della fiducia del consumatore e dei tantissimi produttori che con fatica e passione portano avanti il proprio lavoro rispettando le regole. Proprio sul settore dell’olio – ha dichiarato il ministro per le politiche agricole, alimentari e forestali Maurizio Martina – stiamo portando avanti un lavoro importante di controlli e di analisi, tanto nella fase d’ingresso dall’estero quanto negli stabilimenti di lavorazione in Italia, per proteggere una filiera che vale quasi un miliardo e mezzo di euro solo di export”.