Rivoluzione in atto nella distribuzione italiana. Conad e le società Iper Montebello e Unes del gruppo Finiper hanno sottoscritto un accordo di partnership strategica che avrà efficacia dal 2015 per la durata di cinque anni e sarà rinnovato in automatico per altri cinque. Obiettivo? Scambiare le rispettive expertise per creare innovazione, crescere, tutelare e sostenere il made in Italy.
Alla base dell’intesa i rispettivi punti di forza: per Conad il prodotto a marchio e la presenza in tutte le province italiane e all’estero, per Finiper il settore non food rappresentato dagli ipermercati e dai punti di vendita U2. Sarà sviluppata una collaborazione comune nel non food per scambiare le rispettive conoscenze nei servizi e negli assortimenti, con particolare attenzione agli ipermercati. Inoltre saranno messe a punto delle strategie per valorizzare la marca del distributore e i prodotti autenticamente italiani. Tra Conad e Finiper è prevista anche una collaborazione in fase di negoziazione per sviluppare nuovi prodotti con fornitori nazionali e internazionali e migliorare la qualità dei servizi offerti ai clienti.
“La partnership strategica con il gruppo di Brunelli è un’opportunita’ per crescere ulteriormente – afferma l’ad di Conad Francesco Pugliese – i due gruppi hanno risorse e capacità adeguate per poter cogliere le opportunità offerte dalla crisi, proponendo convenienza e servizi sempre piu’ vicini alle esigenze dei cittadini ma anche tutelando la qualita’ delle produzioni della filiera agroalimentare italiana”.
“Per Finiper questo accordo rappresenta un punto di partenza per rafforzare la presenza nel mercato italiano. La partnership con Conad ci permetterà di confrontare le rispettive prerogative, puntando all’eccellenza”, afferma Marco Brunelli, presidente del gruppo.
“Grazie al risparmio garantito tutti i giorni dell’anno da U2 e alla conoscenza del territorio di Conad potremo esportare questa nuova formula su tutto il territorio nazionale”, sottolinea l’amministratore delegato di Unes, Mario Gasbarrino. Questa partnership è una premessa per l’apertura di nuovi cantieri di lavoro nell’ambito della logistica e dei comparti con più alto tasso di innovazione come gastronomia, pescheria, affettati. Tutto questo avrà effetti positivi sulla crescita e della filiera agroalimentare italiana, che ha un ruolo rilevante nell’economia del Paese dal momento che rappresenta il 13,2% degli occupati (3,3 milioni di lavoratori) e l’8,7% del Pil, percentuale che sale al 13,9% se si considera anche l’indotto economico in altri settori produttivi. La sua importanza è dimostrata dai 76 miliardi di euro di retribuzioni sostenute ogni anno, dai 23 miliardi di euro di investimenti e dal contributo erariale superiore ai 20 miliardi di euro, al netto dei contributi ricevuti dalle imprese (in gran parte – 70% – indirizzato verso la fase agricola).
La nota con cui è stata comunicata l’operazione non fa alcun riferimento a possibili scambi azionari, certo è che la durata prevista dell’accordo lascia aperta la strada a ipotesi di maggiore integrazione tra le due realtà. Con che formula è ancora tutto da vedere…