Parma, 16 luglio 2014. Nell’Esselunga di via Emila Ovest così tanti uomini in abito scuro non se ne vedranno più: manager dell’insegna, molti fornitori e qualche giornalista si aggirano tra gli scaffali, insieme a consumatori a caccia delle offerte che accompagnano sempre l’avvio di un nuovo punto vendita. Un’inaugurazione nello stile di Esselunga: nessun nastro da tagliare, ma solo le porte che si aprono e via a lavorare. A far capire che è un giorno speciale, oltre alle tante cravatte, è però il buffet a base di salumi, parmigiano reggiano e spumante predisposto nell’area dei freschi, mentre al banco del Bar Atlantic – il 69° realizzato dal gruppo di Limito di Pioltello – il caffè è gratis per tutti.
Ci sono voluti quasi dieci anni per vedere ultimato il progetto di questo punto vendita, il terzo di Parma città dopo quello di via Emilia Est, che risale al 1994, e l’altro di via Traversetolo aperto nel 2001. Esselunga in Emilia Romagna conta altri otto negozi – tre a Bologna e provincia, due a Piacenza, uno a Reggio Emilia e due a Modena e provincia – mentre complessivamente è arrivata a quota 149. Una rete che avrebbe potuto essere molto più estesa, se a rallentare il cammino dell’insegna non ci fosse stata la troppa ‘carta’, cioè la burocrazia che ostacola lo sviluppo delle imprese, come ha dichiarato Bernardo Caprotti in una videointervista raccolta da Foodweb.it ( per vederla clicca qui) proprio in occasione di questa inaugurazione. Un concetto ripreso anche da Gabriele Villa, direttore commerciale di Esselunga, nella conversazione con Food, di cui vi diamo un’anticipazione.
Dott. Villa, come è stata la gestazione che ha portato alla nascita di questo terzo superstore parmigiano?
Lunga e faticosa, come purtroppo accade spesso, però siamo molto soddisfatti del risultato. L’Esselunga Emilia Ovest ha una superficie di 4mila mq e riflette appieno il nostro standard, in termini assortimentali e di servizio al consumatore. A cominciare dal forno, il 103° della nostra rete: 18 varietà di pane fresco preparate tutti i giorni, domenica compresa, da panettieri specializzati, formati dalla ‘scuola dei mestieri’ interna.
In grande evidenza c’è anche il reparto pescheria, dove una scritta sottolinea che quello in vendita non è pesce decongelato. Un bel messaggio per il consumatore, ma impegnativo…
Molto impegnativo: offrire sempre pesce fresco rappresenta una sfida quotidiana, che ci costa tanto in termini di lavoro, però è una delle cose che ci differenzia dai concorrenti.
A proposito di concorrenti, chi è il vostro principale competitor in questo percorso di crescita in Emilia Romagna, Coop o Conad?
Il retail è un business locale, che va fatto negozio per negozio, e quindi non c’è un competitor principale. I concorrenti con cui dobbiamo confrontarci sono tutti quelli attivi nel bacino di riferimento di ciascun punto vendita.
C’è spazio per tutti in questa provincia?
Noi pensiamo che ci sia sempre spazio per tutti in un mercato libero. Spazio per costruire la propria rete commerciale e crescere rispettando le regole. Purtroppo in Italia non ovunque è così e ci sono aree completamente precluse.
Avete mai valutato l’ipotesi di fare delle acquisizioni, in modo da accelerare lo sviluppo?
Le acquisizioni per noi sarebbero un problema più che una soluzione. Esselunga ha costruito negli anni delle ‘macchine’ rodatissime e di grande efficienza, ma che per funzionare al meglio hanno bisogno di punti vendita con precise caratteristiche in termini di collocazione, dimensioni, per non parlare degli assortimenti. La verità è che se anche comprassimo qualche negozio, dovremmo buttare giù tutto e ricominciare daccapo.