Più che gli accorati inviti agli investitori stranieri profusi a più riprese dal premier Narendra Modi, ad attrarre i retailer internazionali verso il mercato indiano c’è un dato numerico piuttosto eloquente. Quello degli oltre duecentocinquanta milioni di utenti internet, che rendono il Paese secondo al mondo nella relativa classifica, subito dopo la Cina e prima degli Stati Uniti. Una platea enorme e in continua crescita, a cui si aggiunge l’espansione di una classe media sempre più desiderosa di acquistare online, anche attraverso siti in lingua inglese. Non è un caso, del resto, se la società di consulenza McKinsey ritiene che il contributo del web al pil nazionale potrebbe raggiungere il 3,3% entro il prossimo anno, rispetto all’1,6% del 2012. L’India, insomma, rappresenta la nuova frontiera dell’e-commerce e, nel contempo, un terreno di sfida in cui i big player cominciano a guardare con grande interesse, puntando a differenziare l’offerta. E’ il caso di Future Group, che distribuisce una vasta gamma di prodotti premium provenienti da tutto il mondo, e ha appena annunciato l’intenzione di puntare al commercio elettronico. Nel mese di ottobre, invece, Walmart lancerà una piattaforma b2b dedicata ai grossisti, anche con una selezione limitata di cibi freschi, in modo da prepararsi a un’espansione su più larga scala. D’altronde, durante il 2014, complice anche il rincaro dei prezzi immobiliari, i portali di shopping online sono rapidamente passati da tredici a quarantaquattro, dimostrando quanto i rivenditori stiano cercando di sviluppare il settore. Intanto, entro il 2018 si prevede che oltre mezzo miliardo di indiani avranno accesso ad internet tramite il proprio smartphone.
India, la rivoluzione dell’ecommerce è iniziata
Entro il 2018 mezzo miliardo di indiani si collegherà al web dal proprio smartphone. Ed è già corsa all’apertura di portali online
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