Da piccola startup danese a gigante del take away digitale, con tanto di quotazione miliardaria alla borsa di Londra e tredici milioni di clienti sparsi nel mondo. Il tutto in poco meno di otto anni, presidiando già il mercato di tredici Paesi su scala globale. La piattaforma virtuale Just Eat, del resto, per molti analisti è un esempio da manuale di come un’idea vincente possa diventare pandemica, spalancando nuovi scenari di business. Alla base del servizio, infatti, c’è un modello di marketplace semplice e intuitivo, che aggrega l’offerta dei pasti consegnati a domicilio. Accedendo al sito web dell’azienda, è quindi possibile consultare e ordinare il pranzo e la cena con pochi clic, comunicando direttamente con il ristorante prescelto. L’interfaccia, inoltre, consente di comparare facilmente i prezzi e consultare i feedback pubblicati dai clienti, valutando così sia l’efficienza dell’operatore che la bontà della cucina. Il sistema è ovviamente disponibile anche per il mobile e, non a caso, l’app è da tempo al primo posto per download nella sua categoria. La crescita di Just Eat è sostenuta in maniera significativa anche dall’apprezzamento riscosso in Italia, dove un’indagine interna ha rivelato che i ristoratori convenzionati riescono ad aumentare i ricavi di oltre il 15% in sei mesi. Anzi, nell’ultimo biennio il mercato del Balpaese è stato tra i più performanti, mostrando un grado di interesse superiore alle aspettative iniziali, con un deciso incremento degli ordini riguardanti pietanze etniche. Una tendenza che potrebbe ulteriormente accelerare nei prossimi mesi, considerati gli annunci di nuovi investimenti in marketing e nell’ampliamento delle rete di ristoratori.
Just Eat, è boom anche in Italia
Il Belpaese scopre la comodità di ordinare online il cibo take away. Pizza, sushi e tacos in cima alle preferenze d’acquisto
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