Cosa deve portare in dote un’azienda alimentare per entrare in nuovi mercati e in particolare nel canale retail senza vedere vanificati i propri investimenti in termini di risorse e impianti? “Per favorire l’inserimento di prodotti italiani in una catena distributiva internazionale – ha ricordato Claudio Truzzi, hygene and quality director Metro Italia intervenuto nel corso di un convegno a Cibus Tec – una condizione necessaria è la creazione di un valore aggiunto al prodotto, ovvero qualità costante, sicurezza alimentare, sostenibilità, ma anche una certificazione del prodotto e della filiera che lo sappia ricollegare al territorio e alla cultura che questo richiama”.
Dal 2000 al 2013 le aziende certificate in Italia sono passate dall’11% al 22,4%, la tecnologia di processo, l’etichettatura, la tracciabilità e in generale gli investimenti in upgrade tecnici si confermano come veri e propri driver per aprire nuovi mercati esteri ad alta certificazione e standard qualitativo.
Secondo uno studio della Fao del 2011, un terzo del cibo prodotto a livello globale, circa 1,3 miliardi di tonnellate all’anno, viene perso o sprecato. E nel nuovo scenario globale caratterizzato dal calo della produzione e dall’aumento dei prezzi alimentari, ridurre lo spreco è diventata una priorità e la sostenibilità ambientale della produzione agricola e alimentare è la sfida da affrontare con maggiore urgenza.