Wapple, bevanda minotauro di mela e uva

Il Consorzio ortofrutticolo Belfiore (Cob) lo ha pensato soprattutto per il mercato inglese e del Nord Europa, dove i consumatori sono più disponibili alle sperimentazioni e dove il basso contenuto di alcol - 8 gradi alcolici - lo rende una bevanda meno impegnativa
Wapple, bevanda minotauro di mela e uva

È una bevanda metà a base di uva, metà a base di mela. Ma non è né un vino, né un sidro. A voler trovare dei riferimenti mitologici si potrebbe dire che è una sorta di minotauro nato sulle colline a cavallo tra Verona e Vicenza dall’unione di due eccellenze territoriali, fuse per dare luogo a questo nuovo prodotto dove il succo di mela non è una semplice aggiunta. Si produce, infatti, come un metodo charmat e si presenta al consumatore come uno spumante, anche se non può fregiarsi di questo nome riservato solo ai vini 100% da uva.

A questa novitàè stato dato il nome di Wapple, crasi di wine e apple, ovvero la traduzione in inglese delle sue due anime. Non è un caso se è stato scelto un neologismo anglosassone: il Consorzio ortofrutticolo Belfiore (Cob), che lo ha ideato, lo ha pensato soprattutto per il mercato inglese e del Nord Europa, dove i consumatori sono più disponibili alle sperimentazioni e dove il basso contenuto di alcol – 8 gradi alcolici – lo rende una bevanda meno impegnativa in presenza di norme rigide sul consumo di alcol. Problema che esiste anche in Italia, per la verità, come hanno sottolineato i loro creatori durante la presentazione, sostenendo che wapple è la bevanda ideale per non avere problemi con l’etilometro.

Estero come vocazione, senza dimenticare, l’Italia, però: la prima fase di test sarà infatti in Veneto dove verranno distribuite le prime 12mila bottiglie, divise in due tipologie di prodotto. Uno uno che ha un grado maggiore di acidità, e dove prevale la componente uva garganega e uno più fruttato, dove i profumi della mela sono più persistenti. Poi si vedrà come affrontare il mercato con maggiori volumi, una volta raccolti i primi riscontri.

Per i soci coltivatori del Cob questo nuovo prodotto rappresenta la possibilità di poter valorizzare meglio le loro mele, spesso svendute a un prezzo che non consente margini, come non ha mancato di far notare il suo presidente Antonello Marconi. “Quando va bene ci pagano le mele 15 centesimi di euro al chilo” ha detto. Per fare una bottiglia di wapple ne serve mezzo chilo, unito a mezzo chilo di uva. Le bottiglie sono vendute a 6,50 o 7,50 euro, dipende dalla categoria, e il conto è presto fatto.

Non resta che aspettare il responso del popolo degli aperitivi, l’unico che potrà decretarne l’effettiva fortuna.

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