Al termine dell’incontro nel quartier generale di Atherstone, nel Warwickshire, il più soddisfatto era proprio David Cameron. Non capita tutti i giorni, del resto, nemmeno al primo ministro inglese, di far visita a una catena di discount e tornarsene a Downing Street con la promessa di un piano per assumere trentacinquemila dipendenti. Matthew Barnes, amministratore delegato della divisione britannica di Aldi, non a caso, ha atteso questo evento per annunciare un programma di espansione nel Paese senza precedenti. L’obiettivo è quello di raggiungere i mille punti vendita nel Regno Unito entro il 2022, con un investimento complessivo di oltre seicento milioni di sterline. Insomma, una media di sessanta aperture all’anno per raddoppiare così la propria rete di distribuzione e valutare poi un ulteriore progetto di crescita. A partire da subito, invece, l’insegna assumerà un tirocinante per ciascuno degli oltre cinquecento store già aperti. La notizia arriva in un periodo piuttosto complicato per i big retailer inglesi, alle prese con l’esigenza di tagliare il personale e ridurre i costi, in modo da offrire prezzi più competitivi ai clienti. Una dinamica generata anche dall’ascesa del rivenditore tedesco che, secondo i dati appena diffusi da Kantar, nell’ultimo trimestre ha raggiunto una quota di mercato del 4,8%, contro il 3,8% dello stesso periodo dell’anno precedente. Nelle quattro settimane al 12 ottobre, invece, è riuscita a registrare una crescita dei volumi pari al 25,6%, superando persino l’exploit di Lidl, fermo a più 19,9%.
Aldi è pronta a raddoppiare in Gran Bretagna
La catena di discount tedesca intende raggiungere quota mille store entro il 2022. E intanto registra un boom di vendite
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