Eataly viaggia nel mondo a ritmi sempre più sostenuti. Cresce anche in Italia, ma al Nord, perchè al Sud arranca.
L’Hamburgheria di Rende, in provincia di Cosenza, che ha aperto i battenti a ottobre del 2013, rappresenta il paradigma di questo scenario: a distanza di quasi un anno dal suo debutto infatti il negozio ha chiuso e il suo destino resta ancora ignoto.
Fabrizio Cardamone, ideatore del concept racconta a Foodweb che: “il franchisee che si era fatto carico dell’investimento ha preferito orientare i propri interessi economici verso altri settori e su altri mercati” “Restiamo convinti della bontà del nostro progetto – aggiunge Cardamone –e ci auguriamo che in Calabria qualcun altro mostri interesse a intraprendere di nuovo questa strada”.
Secondo quanto riportato sui documenti di affiliazione scaricabili dal sito ufficiale il fatturato medio di una Hamburgheria è di 800mila euro e il dubbio che il locale di Rende non l’abbia raggiunto o che il territorio non sia ancora pronto ad accogliere un format di questo tipo sembra fondato.
Anche in Puglia, i numeri sono al di sotto delle aspettative: l’Eataly di Bari, che ha aperto i battenti a fine luglio 2013, registra un fatturato di 10 milioni di euro, rispetto ai 20 previsti.
Eppure il gruppo nel suo complesso sta crescendo nel mondo a passi da gigante e si appresta a chiudere il 2014 con un fatturato di 400 milioni di euro e un ebitda di circa 45 milioni di euro. Le prossime aperture? Una nuova Hamburgheria a dicembre a Parma e per il 2015 il patron Oscar Farinetti ha già annunciato l’esordio di nuovi Eataly a Verona, Trieste e Forlì. All’estero poi il piano è ancor più battente: il retailer è pronto a debuttare a San Paolo del Brasile, a NY al Word Trade Center, a Mosca, a Seul, a Monaco di Baviera e sta progettando di sbarcare nel 2016 a Londra e a Parigi.
di Valentina Gatti