Dopo aver ceduto, a metà del 2014, le attività nei sughi pronti relative agli Stati Uniti alla giapponese Mizkan, separandosi anche dal marchio Bertolli in quell’area per quella categoria (resta di Unilever in tutte le altre regiorni), ora potrebbe essere il momento delle margarine. Storico prodotto della conglomerata, la cui produzione è iniziata con la olandese Unie, una delle due società da cui nasce l’attuale gruppo (l’altra è la inglese Lever international).
Unilever ha avviato, infatti, la scissione di queste attività che saranno conferite in una nuova entità, la Baking, Cooking and Spreading Co, interamente controllata dalla casa madre ma che avrà una sua struttura dirigenziale separata. Nella nuova società confluiranno le attività dei Paesi europei e degli Stati Uniti, dove sono presenti i marchi quali Flora, Bertolli margarine, Blue Band, Rama. Questa decisione arriva dopo qualche anno di crisi del business, una volta centrale e adesso sempre meno interessante, ma pur sempre nell’ordine dei 3,5 miliardi di euro di ricavi complessivi, ovvero il 7% del totale di tutto il gruppo. Nei primi nove mesi del 2014 le vendite hanno accusato un ulteriore calo a cambi costanti del 3,2 per cento. La margarina soffre sempre più dello scarso appeal salutistico, tanto che il consumo di burro sta tornando su livelli interessanti. Lo ricorda anche il Wall Street Journal: negli ultimi tre anni negli Stati Uniti il suo consumo ha superato quello delle margarine.
La decisione di separare le attività nelle margarine (ma non quelle nella maionese, che resteranno nel gruppo) potrebbe essere il preludio ad una cessione della neonata società, magari a un fondo di private equity che tenti una ristrutturazione dei queste attività. Unilever per il momento ha smentito un’operazione straordinaria, ma sembra chiaro che l’opzione della vendita sia una di quelle che saranno maggiormente battute. Se fosse così, il marchio italiano Bertolli, utilizzato come si diceva anche per le margarine, diventerebbe ancor più marginale nel gruppo.
Per quanto riguarda le acquisizioni, l’ultima in ordine di tempo è la marca di gelati confezionati Talenti di Minneapolis, negli Usa. Un brand che gioca molto sull’Italian sounding, come si può apprezzare dalle confezioni che usano il nome italiano ‘gelato’ in vece della dizione inglese ‘ice cream’. Con Talenti Unilever rafforza la sua vocazione di leader mondiale nei gelati.
Nei primi nove mesi del 2014 Unilever ha riportato un fatturato nel settore del food and beverage pari a 16,4 miliardi di euro, in contrazione rispetto allo stesso periodo del 2013, a causa delle difficolta di mercato nel settore delle margarine e dei cambi con l’euro avversi. Le vendite dei Paesi emergenti hanno ormai superato quelli delle economie sviluppate, così come l’home e personal care sono ormai più importanti del food.