All’orizzonte ci sono ancora due anni piuttosto difficili per i maggiori retailer inglesi. O meglio, un altro biennio condizionato dal rischio deflazione e da consumi che stentano a ripartire. La previsione arriva direttamente da Mike Coupe, numero uno di Sainsbury’s, secondo il quale non ci sarebbe alcun segnale di ripresa nel mercato alimentare inglese, almeno nel breve e medio termine. Anzi, le dinamiche in corso, condizionate dalla guerra dei prezzi, lascerebbero piuttosto ipotizzare un nuovo periodo di pressione sui margini e di volumi in affanno. Continuerà, insomma, l’ascesa dei discount Aldi e Lidl, pronti a erodere market share ai leader, come del resto già accaduto per tutto il 2014. Non a caso, subito dopo aver tracciato un quadro a tinte fosche dei trend attesi per il nuovo anno, Mike Coupe ha anche annunciato un taglio dei costi di gestione pari a circa cinquecento milioni di sterline, necessario per conservare la competitività. Gli azionisti, inoltre, non potranno attendersi un aumento considerevole dei dividendi per almeno i prossimi diciotto mesi. Di tutt’altro avviso sembra però Terry Leahy, che si aspetta invece una brusca inversione di tendenza da parte dei quattro maggiori rivenditori britannici. L’ex amministratore delegato di Tesco, infatti, è convinto che il maggiore ottimismo dei consumatori sulla crescita dei salari e dei livelli di occupazione, unito alla netta contrazione dei prezzi del carburante, spingeranno in terreno positivo le vendite. Molto dipenderà, tuttavia, anche dalla capacità delle insegne di comprendere le nuove esigenze degli shopper, adattando quindi in maniera rapida il loro modello di business per fornire risposte adeguate, nonostante la minore propensione alla spesa. Quest’ultima, d’altro canto, rimane una delle poche certezze.
UK, come sarà il 2015 dei big retailer?
A confronto le opinioni di due top manager della distribuzione. Aspettative opposte, per un mercato che deve fare i conti con l’ascesa dei discount
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