A livello europeo vale poco meno di 70 miliardi di euro, con circa trentacinque milioni di consumatori. Nel Belpaese invece fattura tredici miliardi, di cui almeno otto provengono dalle esportazioni, e conta su una platea di aziende in rapida espansione, tutte certificate dalla filiale italiana dell’Halal International Authority. Un mercato piuttosto dinamico quello del cibo che aderisce ai dettami della religione musulmana. Nel mondo cresce al ritmo del 15% all’anno, spingendo quindi anche i player del vecchio continente ad allargare l’offerta e investire su strategie tailor made. Secondo una ricerca realizza in Francia da Solis, società specializzata nel marketing etnico, al primo posto tra le aspettative dei clienti intervistati c’è la presenza nei supermercati di un unico scaffale per i prodotti halal. L’esempio da seguire insomma, sarebbe quello della catena Auchan, che già adotta questa soluzione in molti store e spinge quindi i player a differenziarsi, puntando anche su segmenti ancora poco sviluppati come gli snack e il baby food. Ciò permetterebbe inoltre agli shopper di poter contare su un plus di chiarezza, accedendo così all’interno di un’area a loro dedicata. Un’altra richiesta impellente, peraltro piuttosto comune di questi tempi, riguarda la frequenza delle promozioni, attualmente circoscritte in larga parte nel periodo del Ramadan, generalmente l’unico lasso di tempo in cui queste referenze compaiono sui volantini delle insegne. Intanto, un contributo piuttosto significativo per attrarre gli shopper verso la grande distribuzione sta arrivando dall’affermazione delle private label. Davanti a tutti ci sono Casino e Carrefour, rispettivamente con le marche Wassila e Carrefour halal
Halal, ecco cosa chiedono gli shopper
Scaffale unico, offerta più vasta e promozioni frequenti. Una ricerca della società francese Solis analizza le aspettative della clientela
© Riproduzione riservata