Non c’è solo l’agro-tech. Parlare di food 4.0 significa riferirsi a un mondo con nove miliardi di persone che devono nutrirsi in modo sano, sostenibile, conveniente e sicuro. Preparare, insomma, il futuro dell’industria alimentare, con la consapevolezza che si tratta di una sfida ineluttabile. E anche di un’opportunità enorme di business. Tutti argomenti sui quali, tuttavia, la Gran Bretagna non sembra ancora investire adeguatamente. Lo sottolinea il report Leading Food 4.0, realizzato da una task force di esperti, tra cui Justin King, ex ceo di Sainsbury’s, recentemente intervistato da Foodweb e Chris Brown, sustainable business director di Asda. Il vero limite, dunque, sarebbe l’assenza di una reale pianificazione delle esigenze del comparto, nonché di una concreta sinergia tra le aziende e il mondo universitario e scientifico. Proprio per questo, sottolineano i manager, il governo dovrebbe impegnarsi di più e istituire un ministero ad hoc per l’industria alimentare britannica. Da parte loro, invece, gli atenei potrebbero sforzarsi maggiormente di comprende i bisogni in prospettiva delle imprese, formando laureati con competenze più specifiche e puntando sull’inventiva. “Un posto di lavoro su sette in Uk è nell’economia alimentare, ma il governo si concentra solo sull’agro-tech, che vale appena un decimo dell’intero comparto – ha commentato Justin King -. Manca insomma la necessaria cooperazione in settori come la ricerca e l’innovazione, con la conseguenza che i giovani di maggiore talento difficilmente considerano il mondo del food come un possibile sbocco lavorativo. Se il Regno Unito vuole essere un leader della prossima rivoluzione alimentare dovrà obbligatoriamente cambiare rotta”.
Food 4.0, la Gran Bretagna è in ritardo
Un team di esperti ha denunciato le carenze del mondo alimentare inglese nella corsa verso il food del futuro. E lanciato un appello al governo di Cameron
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