Concessione del credito d’imposta al 40% per investimenti fino 50mila euro per l’avvio e lo sviluppo del commercio elettronico, e fino a 400 mila euro per gli investimenti per la costituzione delle reti d’impresa e per l’innovazione. Il ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali ha reso operativi questi due importanti strumenti di innovazione d’impresa, attuativi del provvedimento ‘Campolibero’, il piano di interventi del Governo a sostegno dell’agroalimentare italiano.
“Sosteniamo con strumenti concreti la competitività del settore favorendo l’aggregazione e l’innovazione tecnologica delle imprese agricole, agroalimentari, della pesca e dell’acquacoltura che partecipano a contratti di rete per lavorare sul tema cruciale dell’organizzazione – ha dichiarato il ministro Maurizio Martina – . Allo stesso tempo guardiamo anche ai giovani, con un credito d’imposta per l’e-commerce che vuole spingere le aziende a sfruttare meglio il potenziale della Rete. Il 2015 può essere un anno di rilancio per il mondo agroalimentare italiano e il Governo è pronto a fare la sua parte al fianco delle imprese. Anche per questo stiamo accelerando nell’attuazione del piano Campolibero, semplificando la vita a migliaia di aziende e favorendo la nascita di nuovi progetti, perché investire in questo settore significa coltivare futuro”.
E i dati Istat sull’occupazione del settore agroalimentare lasciano già intravedere segnali positivi, come dimostra la crescita di oltre il 7% del tasso di occupati in un anno, con circa 57 mila nuovi lavoratori. Un risultato che può ancora crescere nel 2015, anno che metterà l’Italia al centro dello scenario internazionale con Expo. Il ‘piano agricoltura 2.0’, che da questo mese darà la possibilità a circa 700mila aziende di inoltrare la domanda per i fondi europei con un clic da un computer, va in questa direzione. “Sono convinto – ha aggiunto Martina – che l’agroalimentare può davvero costituire un volano per la crescita del Paese e da parte del Governo c’è il massimo impegno per la tutela del reddito dei produttori e per creare nuovi posti di lavoro”.