Il bicchiere è mezzo pieno in gdo. Il 2015 sarà un anno all’insegna della ripresa per le vendite di vino nel retail italiano. Secondo le prime anticipazioni della ricerca Iri che verrà presentata a Vinitaly, che si terrà a Verona dal 22 al 25 marzo, il dato globale del vino confezionato fino a 75 cl segna un +1,5% a valore e un +0,2% a volume. Le bottiglie da 75 cl a denominazione d’origine spuntano un + 1,3% in valore per i vini a denominazione d’origine in bottiglia da 75cl, e un – 0,7% a volume, nel 2013 si era arrivati a – 3,2 per cento.
Quali sono le tipologie più amate? In vetta troviamo chianti e lambrusco, che da anni si aggiudicano le prime posizioni del podio, ma che mostrano una flessione delle vendite a volume. Al terzo posto c’è il vermentino, che continua a crescere di anno in anno. Buone anche le performance del prosecco, del nero d’Avola, del muller thurgau e del traminer.
Tra gli ‘emergenti’, cioè i vini che registrano il maggior tasso di crescita nel corso del 2014, troviamo ai primi posti i vini marchigiani/abruzzesi pecorino e passerina e il siciliano inzolia. Mentre l’unica new entry della classifica è il laziale orvieto. Per consolidare però questi primi riscontri positivi la questione fondamentale per il 2015 e i prossimi anni è la difesa del valore da parte delle cantine e della gd .
“La rincorsa dei volumi come prevalente obiettivo di crescita – ha commentato Virgilio Romano, client service director di Iri – rischia di rivelarsi controproducente. Quindi sì alle promozioni, ma con intelligenza strategica”.
“La difesa del ‘valore’ – ha spiegato ancora Romano – passa dalla difesa dei prezzi. Ogni prezzo deve riflettere un sano equilibrio di bilancio, bilancio in cui alle principali voci di costo deve aggiungersi sempre più quello della comunicazione, che deve avere tra i suoi obiettivi anche quello di trovare i consumatori di vino del domani”.
Il tema di come calibrare le promozioni è fondamentale anche per Angelo Corona, rappresentante di Federdistribuzione e direttore acquisti pl di Finiper: “Occorre sostenere i consumi, non solo di vino, ma senza drogare il mercato e senza annullare la percezione del giusto prezzo, che i consumatori devono mantenere. Il 2014 ci offre qualche segnale positivo, come la crescita a volume e valore della bottiglia fino a 75cl, fatto che non avveniva da anni”.
“Su questi segnali occorre lavorare per dare continuità – ha aggiunto Corona – va ripensato il display dello scaffale, per abbinare un assortimento profondo con criteri che rendano facili la lettura dell’esposizione e la scelta. La comunicazione va migliorata e resa più efficace, sia lavorando sullo scaffale, sia con ‘app’ per gli smartphone, introducendo degustazioni e settimane del vino regionale. O evidenziando il corner del vino biologico che nei supermercati è ancora di nicchia, ma è cresciuto nel 2014 dell’11,3% a volume e ha raggiunto i 1.432.000 litri venduti”.