I tempi si allungano per l’approvazione finale del Ttip, il Transatlantic Trade Investment Partnership, ovvero quel trattato per il commercio e investimenti tra l’Unione Europea e Stati Uniti atto a fornire, favorendo un libero scambio tra queste due aree, ulteriori motivazioni di sviluppo economico soprattutto per il settore agroalimentare. L’argomento è stato il tema del convegno organizzato dallo Studio Legale Withers. Una tavola rotonda alla quale hanno preso parte l’eurodeputata Alessia Mosca, Alberto Auricchio, amministratore dell’azienda di famiglia che produce formaggio, e Alfonso Santilli presidente di Credimpex Italia, associazione che riunisce banche e operatori italiani che si occupano di commercio internazionale. Un’occasione giusta per parlare dunque del tanto discusso trattato e che ha permesso di fare il punto anche sul fenomeno dell’italian sounding.
Su entrambi gli aspetti è intervenuta l’eurodeputata, che sta seguendo da vicino il progetto Ttip in quanto membro della Commissione del Commercio Internazionale, la quale ha reso noto che l’accordo sarà probabilmente siglato non prima del 2016, aggiungendo una dichiarazione sorprendente: “L’italian sounding ha sicuramente effetti negativi sui prodotti italiani – ha affermato la parlamentare europea a Food –, ma la questione maggiormente preoccupante si lega alla contraffazione, ossia l’utilizzo indebito di nomi e marchi nostrani. L’Italian sounding è il sintomo che i nostri prodotti sono molto richiesti e potrebbe, in quest’ottica, recare opportunità, perchè se c’è molta domanda di qualcosa che si riferisce al nostro Paese, si potrebbe trarne dei vantaggi. Quello su cui dobbiamo intervenire, con una giusta regolamentazione, è contrastare la diffusione di ciò che si dichiara italiano, quando in realtà non lo è”.
Ma quali sono le aree sulle quali conviene agire concretamente? Sulla questione si è pronunciato Alberto Auricchio, precisando di non essere particolarmente tifoso del Ttip ma di riconoscerne comunque l’utilità: “A mio giudizio – ha sostenuto a Food Auricchio – sarebbe ottimale difendere la nostra dop negli Stati Uniti, ma non è realistico perchè la Cheese Association statunitense è talmente forte che riuscire a tutelare totalmente la nostra denominazione di origine protetta è praticamente impossibile. Meglio, quindi, lottare per un abbattimento dei dazi e garantire un’assoluta riconoscibilità dei prodotti italiani, anche perchè vietare agli americani di fare il parmesan è una battaglia persa. Dalla nostra abbiamo la qualità, fattore che riteniamo assolutamente vincente”.
Alberto Auricchio from Gruppo Food on Vimeo.