Avanti piano, ma pur sempre avanti nonostante le acque agitate in Europa. Il bilancio 2014 del gruppo Barilla, presentato a Milano, si è chiuso con ricavi netti consolidati di 3,25 miliardi di euro, in crescita dell’1% rispetto al 2013. Senza l’effetto negativo delle valute l’incremento di fatturato sarebbe stato del 2%, ma nel 2014 un po’ tutte le società italiane esposte sui mercati esteri hanno subito questo fastidioso vento contrario. Il quale, comunque, non ha influito sulla marginalità operativa dato che il margine operativo lordo è cresciuto a 427 milioni di euro (409 milioni a nel 2013 a parità di perimetro), con un ebitda margin al 13,1 per cento. L’utile netto di competenza del gruppo è pari a 125 milioni di euro, in crescita del 35% sul 2013, ma nello scorso anno c’erano svalutazioni straordinarie relative alla Russia per 28 milioni, che quest’anno sono assenti.
“E’ stato un anno estremamente positivo, di cui andiamo soddisfatti” ha detto il presidente Guido Barilla, riconoscendo però che “In Italia (50% del fatturato consolidato, ndr) permane una difficoltà ad uscire dalla crisi. Siamo più lenti ad uscire dalla crisi rispetto ad altri paesi”. Nonostante questo la società ha continuato ad investire nel Belpaese e non solo: 15 milioni di euro per un nuovo sistema di stoccaggio di grani a Pedrignano (Pr), con tanto di anello ferroviario in grado di eliminare pian piano i 3500 tir che ogni anno varcano la soglia del grande stabilimento; 20 milioni in Usa per una linea di pasta gluten free; 15 milioni in Russia per una nuova linea di pasta e 50 milioni in Francia dove si è provveduto all’ammodernamento e ampliamento delle linee di produzione di pane. L’indebitamento netto al 31 dicembre è pari a 250 milioni di euro, ovvero il 60% dell’ebitda.
In Italia la sitazione non è semplice, ma nonostante ciò la società ha registrato un aumento dell’1% dei volumi: “abbiamo guadagnato in market share” ha sottolineato l’amministratore delegato Claudio Colzani. In Europa i volumi sono cresciuti del 5% e con l’ingresso sul mercato britannico (Tesco) la situazione è destinata probabilmente a migliorare. Il Brasile, dove Barilla ha inserito recentemente una pasta di grano tenero all’uovo, è cresciuto del 50% mentre la Russia, nonostante i problemi, ha fatto segnare un +93%, probabilmente dovuto al fatto che la società produce in loco in un momento in cui l’embargo limita l’entrata dei prodotti.
La presentazione dei risultati è stata anche l’occasione per il lancio di un prodotto nuovo che farà parlare di sé: si tratta di un fornetto sviluppato in collaborazione con Whirpool predisposto per la preparazione e cottura, quasi del tutto automatizzati, di preparati Barilla per il elaborare pane, pizze, focacce, primi di pasta.