In attesa di conoscere, sembra a breve, il suo nuovo assetto societario, la Centrale del latte di Firenze, Pistoia e Livorno ha rilasciato alcuni dati di bilancio relativi al 2014. Il fatturato, si legge in una nota societaria, è stato pari a 87 milioni di euro, frutto della vendita di 54 milioni di kg/lt di prodotti, generando un risultato netto pari a 243.000 euro, e “un indebitamento ulteriormente ridotto per oltre 2,5 milioni di euro”. Il valore aggiunto si è attestato al 21% del fatturato mentre il margine operativo lordo è salito al 7,1% dei ricavi dal 5,9% del 2014. “I prodotti Mukki – dice la nota – hanno registrato perdite in termini di volumi di gran lunga inferiori alle medie espresse dal mercato e dai principali competitor, in termini di valore hanno registrato un segno positivo tanto che la quota di mercato detenuta in Toscana aumenta, andandosi a collocare al 41,5 per cento nel latte fresco a valore”. In effetti il mercato del latte ha vissuto nel 2014 un anno molto difficile e anche nel 2015 i segnali non sono positivi, prezzo della materia prima a parte che ha continuato a scendere.
“Nonostante che la crisi continui ad interessare il tessuto economico e sociale, ci sentiamo incoraggiati nel proseguire nel nostro lavoro forti delle nostre idee e dei nostri progetti e riteniamo che anche gli azionisti, impegnati a valutare scelte strategiche che sicuramente sapranno dotare l’azienda delle necessarie certezze e della sufficiente serenità, possano trarre dalla esperienza di questi anni importanti spunti di riflessione e di chiarezza”: così si chiude la nota. Da ricordare che i comuni proprietari della centrale hanno deciso di valorizzare le loro quote e i pretendenti che hanno risposto alla sollecitazione sono le tre cooperative di allevatori che conferiscono il latte alla centrale (Atpz, Cooperlatte e Granducato); i fondi di private equity Sici, espressione delle regioni Toscana e Umbria oltre ad una serie di istituti bancari soprattutto toscani ; l’aggregazione Nuova Castelli-Alival, posseduta dal private equity inglese Charterhouse; la Centrale del Latte di Torino, quotata in Borsa; la sarda Assegnatari Associati Arborea; la Cooperativa Santangiolina Latte Fattorie Lombarde di San Colombano al Lambro nel milanese; la Parmalat, fresca di acquisizione di Latterie Friulane, e infine la proposta di 98 dipendenti della stessa società.