Puntare sui pregi dell’extravergine e avviare un gruppo di studio per rendere più rigoroso il panel test. Secondo il Consiglio Oleicolo Internazionale, riunitosi a Milano la scorsa settimana, sono queste le due macro linee d’azione da seguire per incrementare il consumo mondiale di olio di oliva, che avanza, ma a ritmi troppo lenti e rappresenta soltanto il 3% dei consumi mondiali di oli vegetali. Il trend si attesta infatti su un timido +2%, rispetto al+ 4% registrato dagli altri oli vegetali. Ecco perché il Coi ritiene fondamentale un’operazione di rilancio dell’immagine dell’olio d’oliva per far comprendere a un pubblico più vasto i vantaggi salutistici di questo condimento, in tutte le sue categorie. Tra i principali punti di debolezza del comparto emerge la carenza di finanziamenti che costringe lo stesso Coi a tenere basso il livello delle attività di comunicazione, con piccole campagne di 18 mesi, mentre per ottenere risultati permanenti occorrerebbe investire in un Paese per almeno 3 – 5 anni, ma anche la necessità di rafforzare la comunicazione positiva sull’olio superando il metodo per l’analisi organolettica, basato sull’assaggio da parte di un gruppo (panel) di esperti. La frequente discordanza di giudizio tra panel diversi ha prodotto pesanti polemiche, anche mediatiche, che hanno gettato profondo discredito sugli oli d’oliva. .
Al riguardo Luis Folque, presidente del Coi, ha osservato: “Dopo diversi anni di applicazione, è giunto il momento di chiedersi se sia necessario qualche aggiornamento. Per il vino, si discute di migliore o peggiore qualità, ma non viene mai messo in discussione che si tratti veramente di vino. Per l’olio d’oliva, invece, si assiste da anni ad una lotta per affermare che solo l’olio extravergine è buono e salutare, mentre tutti gli altri non vengono neppure presi in considerazione e basta che un panel riscontri un lievissimo difetto, vero o presunto, magari conseguente a cattive condizioni di conservazione, per parlare subito impropriamente di frode.” Eppure, numerosi studi scientifici dimostrano che tutte le categorie di olio d’oliva sono salutari. “Nessuno vuole eliminare il panel test – ha assicurato Folque – ma dobbiamo chiederci se non stiamo facendo un prodotto per esperti più che per il consumatore”. Per la filiera italiana l’incontro ha rappresentato un’importante occasione di confronto in cui sono stati chiariti alcuni aspetti decisivi sulle strategie per il settore, che necessita di una rivitalizzazione, per evitare di perdere spazi faticosamente conquistati in questi anni rispetto agli altri oli vegetali.
L’attività di promozione, in questo quadro, assume grande importanza ed è in particolare all’area del Far East che il Coi guarda con grande attenzione. Quest’anno, in Giappone verrà realizzata una campagna sui benefici dell’olio d’oliva, che proseguirà anche nel 2016, coinvolgendo istituzioni e consumatori. Anche in Cina sono previste attività promozionali in ambito fieristico, ma è soprattutto lo sviluppo della produzione locale che appare promettente, attraverso coltivazioni superintensive.
Consiglio Oleicolo Internazionale, le azioni per rilanciare il consumo mondiale
Secondo il Coi, serve un'operazione di rilancio dell'immagine dell'olio. In particolare, è necessario far comprendere ad un pubblico più vasto i vantaggi salutistici di questo condimento, in tutte le sue categorie
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