Birra Kopparberg e hamburger Carl’s Jr. In pubblicità il primo usa lo humor per il suo spot l’altro usa il sesso. Ma cosa fa meglio al prodotto: una scenetta buffa o una ragazza svestita e maggiorata? La risposta che vi diamo (ma non prendiamola come definitiva) è: nessuno dei due. Il film che ‘fa ridere’, non vende semplicemente perché non è una pubblicità per così dire vera, ma uno dei vincitori del premio Kodak dell’anno scorso. In questo caso, lo spot, dedicato alla birra Kopparberg, mostra un gruppo di attori assurdamente truccati da pinguini, trichechi ecc. che raccontano e mettono in scena una barzelletta, in modo volutamente trasandato: la scena si svolge in un bosco, immaginiamo per motivi di budget. La barzelletta, ovviamente, è stupidissima e ha un inizio classico: un pinguino entra in un bar. Va al banco, ordina una birra e paga con un pesce. Si volta e fa per andarsene quando il barista lo chiama: “Aspetti! Ecco il suo resto”. E mette sul banco una manciata di pesciolini. Se non l’avete capita, il pinguino ve la spiega, e vi dice pure “It’s funny!”, è divertente. Siamo d’accordo: è divertente, è folle, ma non del tutto originale. Per tre motivi. Il positioning della birra divertente/trasgressiva/matta e un po’ intellettuale è abbastanza un cliché in Uk. L’idea di base nasce dagli spettacoli del gruppo di artisti/pinguini ed è quindi un adattamento. La ‘barzelletta sceneggiata’ è un altro classico della pubblicità britannica. Detto questo, a noi piace moltissimo. Peccato che sempre di più la pubblicità dei premi non abbia niente a che vedere con quella reale. E quindi, con le vendite.
E adesso, passiamo alla carne. Non solo quella trita degli hamburger Carl’s Jr., ma quella curvacea della modella Charlotte Mc Kinney che si aggira nuda (o almeno sembra) per tutto il film in cerca del suo hamburger ideale, “tutto naturale. Perché quando sono completamente al naturale, mi sento meglio”. “Naturale” secondo Carl’s Jr significa: senza ormoni, steroidi e antibiotici. Le riprese sono fatte in modo che ci sia sempre qualcosa che impalla le generose nudità della ragazza, il tono è scherzoso, un po’ genere ‘Porky’s’: il prodotto, come la modella, è americano ed eccessivo ma appetitoso almeno per il gusto d’oltreoceano. Ma nemmeno questo vende. Infatti, una ricerca effettuata dopo che lo spot è andato in onda durante il Superbowl ha decretato che il 52% del pubblico lo ha trovato offensivo, il 51% irritante. E solo il 27% ha dichiarato di aver intenzione di andare nei fast food Carl’s Jr. nel mese successivo alla messa in onda. E pensare che lo spot non si è visto nel profondo Sud degli States, ma solo nello spregiudicato West (da cui viene anche l’agenzia, 72 and Sunny di Los Angeles). Non era nostra intenzione uccidere il vostro senso dell’umorismo e la vostra libido, invitandovi a privilegiare spot seriosi e morigerati. Vedrete che in futuro troveremo film sexy e divertenti che hanno anche venduto vagonate. Promesso.
https://www.youtube.com/watch?v=4WTA_8waxTo