Crac al supermercato, cade la catena Usa A&P

Lo storico retail dell’Est chiede l’amministrazione straordinaria per bloccare i creditori e tentare la cessione dei suoi punti vendita
Crac al supermercato, cade la catena Usa A&P

La notizia è di quelle che fanno molto rumore nel mondo della grande distribuzione americana: la società The Great Atlantic & Pacific Tea Company’s, famosa per la catena di supermercati A&P ha chiesto di essere ammessa a una procedura di amministrazione straordinaria, nota negli Usa come Chapter 11. Per la catena americana si tratta della seconda procedura di ristrutturazione dei debiti: la prima volta fu nel 2010, e solo cinque anni dopo la società si è trovata nelle medesime condizioni.

La catena A&P rappresenta un pezzo di storia commerciale negli Stati Uniti, dov’è stata fondata nel 1859 a New York (ora la sede è nel New Jersey) da George Gilman e George Hungtington Hartford. Nel 1936, si legge nel sito aziendale, era diventata la maggiore catena americana. Attualmente fonda la sua attività su circa 300 punti vendita disclocati tra ConnecticutDelawareMarylandNew JerseyNew York, and Pennsylvania. Ovvero il cuore pulsante dell’economia americana e zona d’interesse strategico anche per le aziende italiane, data anche la presenza di tanti nostri connazionali. Oltre che con l’insegna A&P il gruppo opera anche con i brand Waldbaum’s, SuperFresh, Pathmark, Food Basics, The Food Emporium, Best Cellars e A&P Liquor, il tutto per circa 28.500 dipendenti.

Great Pacific è giunta a questo punto dopo aver accumulato debiti per 2,3 miliardi di dollari a fronte di attività per 1,6 miliardi, mettendo a segno una perdita di 305 milioni di dollari nel 2014. Alla base del problema ci sarebbe, secondo alcuni osservatori, un modello di business superato da quello di competitors quali Wal Mart nella fascia medio bassa del mercato e Whole Foods in quella alta, che avrebbero saputo interpretare al meglio le nuove esigenze del consumatore americano.

La richiesta di ammissione al Chapter 11 rappresenta ovviamente un problema per tutti i creditori e fornitori, in quanto i debiti della società vengono congelati per dare modo a quest’ultima di potersi riorganizzare. Il piano del gruppo, presentato alla competente Corte distrettuale dello stato di new York, prevede la vendita immediata di 120 punti di vendita per 600 milioni di dollari, la chiusura immediata di 25 negozi e il tentativo di cessione degli altri store in un secondo momento. Le catene che si sono fatte avanti per rilevare i primi punti vendita, secondo quanto riporta il sito del quotidiano Usa Today, sono Acme Markets,Stop & Shop Supermarket e Key Food Stores, attratte dalla posizione strategica degli shop. La società, in un comunicato molto stringato, assicura i consumatori che ci saranno pochi contraccolpi nell’attività, ma è chiaro che non è possibile prevedere nulla prima che la situazione non si sia stabilizzata.

Great Pacific è detenuta da Montvale-Para Holdings, la cui maggioranza è della Mount Kellett Capital Partners, fondo d’investimento specializzato in ristrutturazioni aziendali guidato dall’ex Goldman Sachs Mark McGoldrick.

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