Unirsi per irrobustire la propria competitività e, al tempo stesso, visto i chiari di luna che rendono spesso volatili i mercati delle bevande, iniziare a valutare con maggiore efficienza strategie orientate a favorire una riduzione dei costi e delle spese. Con questo obiettivo, Coca-Cola Enterprises, il maggiore imbottigliatore indipendente della celebre bibita carbonata, ha ufficializzato di essere confluita in altre due società europee imbottigliatrici, ossia la tedesca Coca-Cola Erfrischungsgetraenke (controllata al 100% da Coca-Cola Company) e la spagnola Coca-Cola Iberian Partners, operativa sia sul mercato iberico che in quello confinante portoghese. Da questa mega fusione è, dunque, nato un colosso battezzato Coca-Cola European Partners (Ccep), con uno stimato potenziale giro di affari superiore ai dodici miliardi e mezzo di euro e che opererà complessivamente in 13 diversi paesi del Vecchio Continente. Da aggiungere che, il 48% del capitale, sarà controllato da Coca-Cola Enterprises, mentre alla società spagnola e a quella tedesca è stata riconosciuta rispettivamente una quota del 34% e del 18 per cento.
Il closing definitivo dell’operazione è atteso entro il primo trimestre del 2016, ma nel frattempo i responsabili del gruppo, che avrà la sua sede centrale a Londra, hanno annunciato che l’accorpamento delle tre società garantirà, nel prossimo triennio, un risparmio annuale di oltre 300 milioni di euro, necessario a favorire lo stanziamento di nuovi investimenti per migliorare il servizio offerto ai consumatori europei, ponendo le basi per lo sviluppo di un nuovo sistema a livello mondiale.