Tutti pazzi per le consegne a domicilio di cibo. Non solo Amazon, con il servizio Fresh, si sta buttando in questo settore, peraltro con la forza della propria logistica che sta impensierendo anche un gigante del calibro di Walmart. Sempre più i protagonisti del web stanno cercando di cogliere le opportunità di questo servizio che fino a qualche anno fa non appariva così interessante agli occhi delle web company. Il gigante Google è già partito con un proprio servizio e anche il leader mondiale del couponing Groupon ha fatto altrettanto attraverso l’acquisizione di OrderUp, una società già attiva nelle consegne. L’ultima in ordine di tempo è forse la più intrigante: si tratta di Uber, la internet company famosa per i suoi servizi di trasporto pubblico con conducente che sta spopolando ai quattro angoli della terra, non senza polemiche per la capacità fortemente innovativa del suo modello di business, avversato praticamente ovunque dalla categoria dei taxisti che ricorrono sovente alla politica per far valere le proprie ragioni.
Uber ha lanciato in sordina da pochi mesi UberEats, che ha raggiunto già otto città dove il servizio è attivo. Si tratta di Austin, Chicago, Los Angeles, New York, San Francisco, Toronto e Washington, l’ultima in ordine di tempo in Usa, e Barcellona in Spagna. La società garantisce consegne entro 10 minuti in alcune delle città servite. Un tempo decisamente breve che potrebbe assicurare alla società il favore dei consumatori. Uber ha detto che vuol continuare l’espansione in altre città, e chissà che non arrivi anche in Italia con questo servizio. Che però, a ben vedere, non è totalmente nuovo. Nel 2014 era stata proprio Amazon pensare un servizio di consegne a domicilio di cibo via taxi, accantonato poi per Amazon Fresh. Se avesse continuato su quella strada, anche nel cibo sarebbe stato derby con Uber.