Qual è il futuro della distribuzione europea? Che ruolo giocheranno le centrali di acquisto? Come sta cambiando il comportamento del consumatore nell’era del digitale e quali sfide dovranno affrontare i distributori europei?
Ne hanno discusso i protagonisti di Coopernic, l’alleanza europea di cui oggi fanno parte Delhaize, Leclerc, Coop Italia e Rewe in un incontro che si è tenuto a Expo. In un dialogo a tutto campo, che ha toccato temi di attualità sul ruolo del retail in uno scenario in continua evoluzione, Marco Pedroni presidente di Coop Italia, Frans Muller, presidente e ceo di Delhaize e Michel Edouard Leclerc, presidente di Mouvement E. Leclerc hanno espresso una visione comune in merito al rapporto con il consumatore e all’esigenza di collaborare ai fini di una maggiore efficienza.
“L’atteggiamento delle famiglie nei confronti degli acquisti è cambiato – ha dichiarato Pedroni –, ma a beneficiare del clima di maggior fiducia sono soprattutto i beni durevoli, mentre il largo consumo solo negli ultimi tre mesi ha mostrato leggeri segnali di ripresa a volume e la crescita a valore è frutto di una dinamica inflativa dopo anni di calo dei prezzi”.
Per un gruppo multinazionale come Delhaize la crisi dei consumi tuttora in corso è stata vista come una grande opportunità per rilanciare un nuovo modello di sviluppo. “Come market leader – ha affermato Muller – la crisi non deve preoccuparci, ma deve spronarci a essere più innovativi e trasparenti, poiché grazie alle tecnologie digitali il consumatore è sempre più esperto e vuole sapere come operiamo”.
Anche la concorrenza dei giganti dell’e-commerce è vista come uno stimolo dai soci di Coopernic: “In tutto il mondo si parla del fenomeno di Amazon – ha detto Leclerc – , ma noi che siamo un operatore tradizionale con il nostro servizio drive fatturiamo 2,4 miliardi di euro, una cifra superiore del giro di affari di Amazon in Francia”.
L’alleanza alla base di Coopernic ha proprio il fine di dare alle imprese ulteriori strumenti per fronteggiare la competizione: “Il fatturato complessivo dei quattro soci ammonta a 130 miliardi di euro – ha precisato Pedroni – , la centrale si relaziona con i primi 100-130 fornitori e su base volontaria opera anche nell’ambito della private label, aprendo peraltro nuove opportunità per le aziende italiane. Nel 2015 abbiamo svolto 15 -20 gare per la fornitura di prodotti a marchio del distributore e presumibilmente questo numero si moltiplicherà nel 2016 per tre-quattro volte”.