Fatta eccezione per la carne bianca fresca che, a due settimane dalla comunicazione dell’Oms, registra una crescita del 3%, tutti i segmenti del mercato sono stati impattati. Tra i più colpiti si segnala quello dei wurstel e altri precotti che registrano addirittura un calo delle vendite pari al 17,1%.
“Dopo un periodo di difficoltà dell’intero comparto di carni e salumi, si stavano intravedendo segnali di ripresa – commenta Marco Limonta, business insights director di Iri -. Purtroppo questo avvenimento ha portato una forte battuta di arresto in tutta la filiera”.
“Confidiamo che le ampie rassicurazioni pervenuti da parte di medici, oncologi, istituzioni, esperti e dalla stessa Iarc favoriscano il rapido ritorno alla normalità – ha commentato Aldo Radice, codirettore di Assica, Associazione Industriali delle Carni e dei Salumi-. Come abbiamo più volte sottolineato, questa ricerca ‘non parla italiano’: si riferisce a consumi che son completamente diversi di nostri, sia per le quantità (oltre il doppio) sia per la qualità dei nostri prodotti. Rimane il fatto che i 16 milioni di euro di mancate vendite nella prima settimana sono una perdita netta per il settore, proprio in un momento in cui finalmente il comparto della carne e dei salumi iniziava a uscire da un quadriennio molto difficile”.