I ʿventi di guerraʾ tra il gigante dell’ecommerce e il leader della distribuzione tradizionale erano già emersi in maniera inequivocabile durante il Prime Day di Amazon, lo scorso luglio. Una competizione, la loro, che non riguarda però solo due big globali del retail, ma finisce per coinvolgere i rispettivi modelli di business e diventa, quindi, anche uno specchio fedele dei tempi. Con tutti i possibili scenari. Compreso quello che vede Amazon pensare all’apertura di negozi fisici e Walmart, al contrario, imitare le intuizioni di Jeff Bezos nell’ecommerce e, più in particolare, nel settore delle consegne a domicilio. Non a caso, il gigante americano della distribuzione ha appena presentato una domanda alla Federal Aviation Amministration per iniziare dei test esterni con i droni. Ciò implica, tra l’altro, che il player già da tempo ne sperimenta l’uso attraverso prove indoor. L’obiettivo sarebbe quello di utilizzare i velivoli per recapitare gli ordini ai clienti che risiedono nelle vicinanze dei suoi punti vendita. Cioè quasi tutti gli shopper statunitensi, se di considera che secondo Walmart ben il 70% della popolazione degli Usa abita a meno di cinque miglia da uno dei suoi punti vendita. Inoltre, potrebbe ricorrere ai droni anche incrementare la sorveglianza e dunque la sicurezza dei suoi store. Oppure, come riferito dal management, per codificare e inventariare i mezzi in arrivo nei suoi magazzini. Di sicuro c’è che dopo Amazon, Alibaba e Google, anche il primo rivenditore al mondo è pronto a investire in questa tecnologia. Adesso però la palla passa alla Faa, che dovrà dare una risposta entro 120 giorni. Almeno in teoria, vista la travagliata esperienza di Amazon.
Walmart sfida Amazon nelle consegne con i droni
Anche il leader mondiale della distribuzione intende testare i velivoli radiocomandati e seguire così le orme del colosso di Jeff Bezos
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