Marca 2016 all’insegna della sostenibilità

Ecco cosa è emerso durante il convegno di apertura della manifestazione bolognese dedicata al mondo della marca del distributore organizzata in collaborazione con ADM
Marca 2016 all’insegna della sostenibilità
E’ stata la parola d’ordine del convegno di apertura di Marca 2016. Che la sostenibilità si sia guadagnata i riflettori durante la più importante fiera dedicata alla marca del distributore in Italia, la dice lunga su come le pl abbiano cambiato pelle. “Non si tratta più di una private label – ha ricordato Francesco Pugliese, presidente di Adm – ma di una vera marca del distributore, che assorbe in sé tutti i valori dell’impresa distributiva”. A cominciare, appunto, dall’impegno sul fronte sociale e ambientale per offrire ai consumatori prodotti più sostenibili e di qualità. Non è un caso che, nel paniere di marche dei retailer, a registrare tassi di crescita maggiore sono state proprio quelle del segmento premium (cresciuto del 13,1%) e del comparto bio (in crescita dell’11,3%). “I retailer hanno limitato il ricorso alle promozioni sui loro prodotti, qualificando maggiormente la loro offerta a favore dei segmenti premium e biologico – ha confermato Guido Cristini, ordinario di marketing all’Università di Parma -. Un modo senz’altro intelligente per fidelizzare i consumatori ai valori dell’insegna”. Che sia necessario continuare a lavorare in questa direzione l’ha ribadito anche Francesco Morace, presidente di Future Concept Lab: “Le insegne devono lavorare per diventare garanti di un’offerta di qualità – ha rimarcato-. Bisogna andare al di là della mera logica della marginalità e diventare distintivi proponendo un’offerta che si distingua per la sua eccellenza. Perché oggi i consumatori sono anche disponibili a spendere un qualcosa in più per prodotti e servizi in grado di migliorare la qualità della loro vita”.
Tutto questo senza dimenticare che l’Italia si inserisce in un contesto europeo dove il ruolo della marca del distributore è decisamente più rilevante che nel nostro Paese (la quota media della pl raggiunge il 27% contro il 18,3% italiano) e il dibattito sugli impatti di questo sviluppo su consumatori e filiera è molto acceso. “Anche se abbiamo una quota inferiore, è importante che l’Italia partecipi attivamente al dibattito europeo per normare il comparto – ha auspicato Paolo De Castro, membro della Commissione agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento europeo -. Mi auguro che anche i protagonisti della nostra distribuzione si facciano parte attiva di un discorso europeo per il riconoscimento del ruolo centrale della distribuzione nella filiera agroalimentare”.
Che l’attenzione al mondo distributivo stia crescendo lo dimostrano, tra l’altro, proprio i numeri di questa edizione di Marca: 21 grandi insegne della distribuzione presenti (4 in più rispetto al 2015) e 528 aziende produttrici (+9,8%) su una superficie espositiva di 26mila mq (+11,5%) per un totale di 3 padiglioni.
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