Il 2015 sarà un anno straordinario per l’export agroalimentare italiano. Nei primi 10 mesi dell’anno appena trascorso le spedizioni all’estero hanno quasi raggiunto i 24 miliardi di euro, con una crescita complessiva del 6,3% rispetto allo stesso periodo del 2014, e potrebbero superare i 29 miliardi a fine anno se le proiezioni saranno rispettate.
Per vini e spumanti, la nostra prima voce di export, sarà un altro anno record e sarà possibile superare la soglia dei 5 miliardi di euro di prodotti esportati, se si conta anche l’aceto che trova nel balsamico di Modena un autentico fuoriclasse delle vendite oltre confine. Un livello incredibile se paragonato anche solo a una quindicina di anni fa: segnale di un’industria che nel suo complesso ha saputo operare bene anche se i margini di miglioramento non mancano.
I nostri vini, quindi, conquistano sempre più il palato dei consumatori internazionali e complessivamente la crescita dell’export nei primi 10 mesi del 2015 è stata di quasi il quattro per cento. Per gli spumanti l’annata è stata incredibile, con un +20% di export grazie soprattutto al fenomeno prosecco, un prodotto che si sta dimostrando universale. Soffre al contrario l’Asti, che aveva nel mercato russo il primo sbocco commerciale e che dovrà attendere la fine delle sanzioni per ritrovare smalto. I vini fermi sono tutti in crescita.
Anche per l’olio d’oliva, sia extravergine sia non, sarà un anno d’oro, a confermare che i prodotti della tradizione mediterranea, considerati salutistici oltreché gustosi. L’extravergine è cresciuto del 10% e nei primi 10 mesi vale quasi 1 miliardo di euro di esportazioni. Un motivo assolutamente valido per rafforzare la filiera che rappresenta realmente un unicum mondiale, con produzioni sia al centro nord sia al sud di eccellenza.
Il settore dolciario è diventato da anni un pilastro del made in Italy: una crescita dell’8% delle esportazioni nei primi 10 mesi lo consolida al secondo posto tra il food italiano più amato all’estero. D’altronde il più grande gruppo alimentare italiano è la Ferrero e non è un caso se proprio i prodotti a base di cioccolato sono quelli che hanno messo a segno la performance di crescita più elevata tra le vendite oltre confine, con un rotondo 10% di incremento nei primi 10 mesi.
I formaggi hanno subito il blocco dell’esportazioni in Russia che molto ha pesato sulle performance complessive. Per i formaggi duri – 800 milioni di euro di export nei primi 10 mesi del 2015 – un andamento piatto così come per quelli freschi, mentre si segnala la crescita a doppia cifra dei prodotti grattugiati, che valgono già più di 200 milioni di export. Il contenuto di servizio può essere un fattore importante per ottenere spazio e visibilità oltre confine.
La maggiore novità, tra le nostre voci di export, è però rappresentata dall’acqua minerale italiana, sempre più un fenomeno commerciale oltre i nostri confini. Le esportazioni sono cresciute nel periodo considerato del 21% a valgono oltre 400 milioni di euro. Il 2015 è stato un anno particolarmente caldo e questo ha aiutato certamente l’export, ma è chiaro che il trend è solido e l’acqua italiana piace sempre più ai consumatori stranieri. Anche per la birra italiana è stato un ottimo anno, con una crescita del 17% e forse già nel 2016 le nostre vendite potrebbero toccare i 200 milioni di euro se il trend si mantiene stabile.