Non si arrestano le frodi nel settore oleario italiano. Con l’operazione denominata ‘Mamma mia’ dell’Ispettorato repressione frodi (ICQRF), coordinata dalla Procura della Repubblica di Trani, è stato bloccato un traffico di falso olio made in Italy, pari a 2mila tonnellate per un valore complessivo di 13 milioni di euro. Nell’ambito delle attività dell’Ispettorato sono stati eseguiti, in collaborazione con la Guardia di Finanza, 12 perquisizioni e 16 sequestri in Puglia, Calabria e Umbria. Otto gli indagati, accusati di frode agroalimentare e di reati fiscali. Il sistema di frode prevedeva il ruolo di imprese “cartiere” che provvedevano a falsificare la documentazione relativa all’origine dell’olio, spacciato per italiano ma in realtà proveniente da Spagna e Grecia.
L’associazione degli industriali plaude l’inchiesta e rilancia soprattutto sulla necessità di stringere i controlli sulle intese tra frantoi, piccoli commercianti e imprese agricole, che operano nell’illegalità, danneggiando però i loro colleghi onesti e quindi l’intero settore.
“I controlli preventivi in uscita dai frantoi – ribadisce Angelo Cremonini, presidente del Gruppo Olio d’oliva di Assitol, l’Associazione italiana dell’industria olearia – permetterebbero una vigilanza adeguata della produzione, nonché una commercializzazione trasparente mentre quelli in uscita dagli stabilimenti industriali consentirebbero di capire quanta responsabilità sul peggioramento della qualità, di prodotto sia da attribuire ad una cattiva conservazione da parte della distribuzione e quanto, invece in origine alle imprese”.
Insomma, sì alle verifiche su tutti i livelli della filiera olearia. Secondo Assitol, a queste misure, è poi necessario aggiungere l’ampliamento del Sian, il sistema telematico al quale si trasmettono i dati di produzione dell’olio d’oliva. “Vorremmo vederlo esteso anche agli altri paesi europei – è l’ipotesi di Assitol – come contropartita di garanzia, visto che, pare, ci toccherà subire l’aumento del quantitativo tunisino”.
Nell’ottica del rafforzamento dei controlli, l’associazione degli industriali oleari propone l’organizzazione di un tavolo operativo tra Icqrf e tutte le componenti della filiera. “L’esempio da seguire, a nostro avviso, è quello del settore delle carni – osserva Cremonini – dove le verifiche di filiera sono state pianificate di comune accordo. Il tavolo dovrebbe essere permanente allo scopo di programmare i controlli di concerto con i diversi attori della filiera, che conoscono le rispettive criticità”.