La fine dell’embargo occidentale nei confronti dell’Iran è forse la più importante vittoria diplomatica degli ultimi anni in Medio oriente, ottenuta con grande determinazione dal presidente americano Barack Obama nonostante le grandi resistenze dell’Arabia Saudita e di Israele, contrari a questa storica apertura. Teheran interromperà i suoi programmi nucleari in cambio di un rientro a pieno titolo nel commercio internazionale. Certo, il periodo non è forse il migliore: il basso prezzo del petrolio non gonfierà immediatamente le casse dello stato persiano, la cui economia è fortemente legata alle esportazioni di oro nero, ma è l’inizio di un percorso di grande importanza, come ha anche spiegato il presidente persiano Hassan Rouhani, in visita in Italia.
Anche per l’industria alimentare italiana è un’occasione da cogliere: lo ha detto chiaramente il ministro del Mipaaf Maurizio Martina che a inizio febbraio ha guidato una delegazione di aziende in viaggio d’affari nel paese che si affaccia sul Golfo persico. Tra le imprese che hanno partecipato a questa prima storica missione ci sono la Ambrosi, Bolton, Ferrero, Granarolo, Gruppo Cremonini, Olitalia, Parmalat, Salumificio di Casa Largher, Vicenzi e Zanetti. L’obiettivo è quello di gettare le basi per futuri scambi all’interno di un memorandum of understanding tra Federalimentare e Ifif – Federation of Iranian Food Industries Association- che è stato firmato con l’occasione.
Con la fine delle sanzioni le esportazioni italiane in Iran di agroalimentari potrebbero raddoppiare in tre anni, raggiungendo i 40 milioni di euro nel 2018. Non è molto in termini assoluti, ma è un buon inizio per un paese che si trova in un’area – in Medio oriente – dove l’interesse per il made in Italy a tavola sta crescendo molto. Non a caso nel 2015 saranno proprio Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti i due stati più dinamici per la crescita delle nostre esportazioni.
Per il momento dall’Italia parte merce per una ventina di milioni di euro. Il nostro prodotto più esportato, secondo le rilevazioni di Coldiretti, è l’olio d’oliva e gli oli vegetali in genere, seguiti dai dolci e dagli aceti, mentre è per ora marginale il consumo di pasta.
Iran, grandi attese dalla fine dell’embargo
Anche per l’industria alimentare italiana è un’occasione da cogliere: lo ha detto chiaramente il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina che a inizio febbraio ha guidato una delegazione di aziende in viaggio d’affari nel paese che si affaccia sul Golfo persico
© Riproduzione riservata