Il futuro delle vendite on line in Europa passa sempre più dal mcommerce. Si stima infatti che circa un quarto dei prodotti commercializzati sul web avverrà da smartphone. Il fattore principale di successo resta la continua vicinanza del telefonino al cliente, in una sorta di rapporto simbiotico. A ciò si aggiunge però l’evoluzione delle app e dei sistemi di pagamento, oltre allo sviluppo ergonomico dei dispositivi, con schermi più grandi e facilmente consultabili.
IL FENOMENO MCOMMERCE E LE RICADUTE SUL RETAIL – Secondo uno studio appena pubblicato in Francia dall’agenzia RetailMeNot e realizzato dal Centre for Retail Research, a fine 2016 il mobile commerce raggiungerà nel vecchio continente un giro d’affari complessivo pari a 65 miliardi di euro, rispetto ai 44,9 del 2015. Un trend che continuerà a compensare il calo delle vendite nei negozi fisici, portando il canale online a rappresentare il 9,4% dell’intero retail.
TANTE OPPORTUNITA’ DA COGLIERE – Nonostante le performance di espansione, comuni tra l’altro ai vari Paesi europei, il mobile commerce non riuscirà però ancora a mostrare tutto il suo potenziale. “Bisogna considerare – spiega Anne-Marie Schwab, direttrice generale di RetailMeNot France – che almeno la metà delle visite ai principali siti di ecommerce avvengono da un device portatile. Tuttavia, la maggiori parte delle transazioni elettroniche si effettuano tramite un computer. Il mobile, dunque, rimane particolarmente utilizzato per richiedere informazioni sui prodotti, confrontare i prezzi e cercare offerte promozionali. E’ inoltre uno strumento che può reindirizzare i consumatori verso i punti vendita fisici, influenzando notevolmente il percorso d’acquisto”.
IL DATO ITALIANO – Nel ranking dei Paesi europei in cui l’mcommerce è più sviluppato svetta il Regno Unito, davanti a Germania e Francia. Più indietro l’Italia, pur con previsioni tutte all’insegna di una forte crescita. A cominciare dalla spesa media annuale per acquirente via mobile che, secondo il report, aumenterà nel 2016 del +37,2%, attestandosi a quota 351,9 euro. Nel contempo, la spesa annuale per acquirente online avanzerà complessivamente solo del 6,2%, registrando così uno dei risultati meno brillanti a livello europeo.