Maggiori quantitativi di olio tunisino. Questa è la proposta, a titolo temporaneo per il biennio 2016-2017, della Commissione Europea, allo scopo di sostenere il paese nordafricano in crisi. La risposta di Assitol è subito arrivata: l’Associazione italiana dell’industria olearia ha infatti chiesto di estendere a tutta l’Europa il Sian, il sistema italiano di controllo telematico sui dati di produzione e commercializzazione dell’olio d’oliva.
SISTEMA DI CONTROLLO TELEMATICO – Grazie al Sian in Italia è possibile seguire tutti i movimenti dell’olio d’oliva, documentati nei registri di di carico e scarico delle aziende e verificabili telematicamente dagli enti di controllo del settore, dal frantoio fino al commerciante di prodotto sfuso. “In questo modo – spiega Angelo Cremonini, presidente del Gruppo olio d’oliva di Assitol – è possibile avere un quadro completo sull’olio effettivamente prodotto e messo in commercio, tracciando tutti i flussi in entrata e in uscita dalle imprese della filiera”.
CONTRO LA CONTRAFFAZIONE – È proprio grazie a questo sistema che negli ultimi tempi le autorità giudiziarie hanno potuto fermare numerosi tentativi di contraffazione: le cosiddette ‘frodi di carta’, basate su falsa documentazione, possono essere fermate con le nuove tecnologie. A tutto vantaggio, ovviamente, degli operatori che lavorano correttamente e dei consumatori. “L’idea di una rete telematica di controllo a tutela dei consumatori europei e di tutto il comparto oleario – afferma Cremonini – rappresenterebbe la soluzione più agevole per consentire la tracciabilità sull’olio in arrivo, non soltanto da altri Paesi europei, ma anche da quelli extra-UE”.
VENDITE IN CALO – Se si esaminano gli ultimi dati aggiornati allo scorso novembre, l’olio italiano sta evidenziando un calo delle vendite, sia sul territorio nazionale che sui mercati esteri. Fra le principali cause, oltre alla contrazione dei consumi, la difficile campagna 2014-2015, caratterizzata da condizioni metereologiche anomale, che ha dato una produzione modesta rispetto agli standard e ha provocato l’aumento dei prezzi finali. Secondo gli operatori del settore, tuttavia, i prossimi mesi vedranno una ripresa del mercato.
EXPORT A -14% – Nei primi undici mesi del 2015, secondo le rilevazioni Istat, le esportazioni di oli commestibili (extra, oliva) hanno registrato, nel complesso, una diminuzione del 14% circa, veicolando quasi 330mila tonnellate di olio. La diminuzione degli scambi si è fatta sentire anche sui maggiori importatori di prodotti italiani, come Stati Uniti e Germania.
STORICO DEFICIT – L’Italia è afflitta da uno storico deficit nella produzione di olio che costringe all’importazione da altri Paesi comunitari; soltanto il 10% delle importazioni giungono da operatori non europei, compresa la Tunisia. Tuttavia, proprio la Commissione UE segnala il rischio che correrebbe il mercato italiano se non si facilitasse l’import dei tunisini: questi ultimi, infatti, si rivolgerebbero al mercato di Paesi terzi – ad esempio gli Stati Uniti, primo acquirente mondiale dei nostri prodotti – finendo quindi in aperta competizione con l’export delle aziende italiane.