Il colosso birrario belga brasiliano Ab Inbev (marchi Beck’s, Corona, Leffe ecc.), da mesi impegnato a perfezionare la grande fusione con SabMiller, ha acquisito il birrificio artigianale laziale Birra del Borgo, uno degli storici microbirrifici italiani, con una produzione ben conosciuta tra gli intenditori.
AB INBEV E LA SETE DI MICROBIRRIFICI – La notizia, anticipata su un paio di siti specializzati e confermata dallo stesso proprietario Leonardo Di Vincenzo, segna un passaggio fondamentale in Italia, perché mai nessun microbirrificio nostrano era entrato in un gruppo ‘industriale’ internazionale, essendo i due mondi ancora in una certa antitesi, sia come percezione da parte dei consumatori sia come organizzazione produttiva e logiche distributive. Per Ab Inbev non è una prima assoluto nel mondo della birra artigianale, anzi: negli Stati Uniti ha già acquisito una serie di produttori di nicchia, ultimo dei quali Devils Backbone Brewing in Virginia, e prima ancora Breckenridge Brewery nel Colorado, Goose Island a Chicago nell’Illinois, Elysian a Seattle nello stato di Washington, tra gli altri, ma anche l’inglese Camden Town Brewery.
BIRRE ARTIGIANALI, BUSINESS IN CRESCITA NEGLI USA – Negli Usa le birre artigianli valgono già 22 miliardi di dollari e sono crescite del 16% a valore nel 2015, a fronte di una sostanziale stabilità dei marchi industriali: per il colosso della Corona si tratta quindi di cavalcare il segmento di mercato a maggiore crescita. Non solo: Ab Inbev sfrutterà in questo modo tutta la sperimentazione tipica dei microbirrifici, dove si testano formule e ricette talvolta decisamente particolari ma che possono fornire spunti interessanti da travasare nelle logiche industriali.
FINALIZZATA LA CESSIONE DI BIRRA PERONI – Una strategia che adesso tocca anche l’Italia, Paese nel quale il colosso guidato dal manager brasiliano Carlos Brito ha invece pilotato la cessione dell’italiana Birra Peroni con il fine, principalmente, di favorire l’assenso dell’Antitrust europeo sulla fusione con SabMiller, proprietaria della società romana. Ad acquisirla, insieme al marchio olandese Grolsch e ad altre attività minori è stata la giapponese Asahi per 2,55 miliardi di euro, con un offerta che è stata finalizzata proprio lo scorso 19 aprile e che diventerà esecutiva quando Ab Inbev e SabMiller potranno fondersi, e che si aggiunge alle cessioni del marchio Miller e al 49% della società cinese che produce il marchio di birra Snow, primo per vendite in loco.
100 MILIARDI DI DOLLARI NEL 2020 – Cessioni a parte, i target di Ab Inbev sono realmente sfidanti: nel bilancio 2015 la società ha dichiarato di voler raggiungere i 100 miliardi di dollari di fatturato nel 2020. Una proiezione realmente alta, contando che dalla fusione con SabMiller nascerà una società da 65 miliardi di dollari circa, cui però vanno tolte le importanti dismissioni già previste o effettuate. Ma Brito e gli altri manager brasiliani alla guida della società non hanno finora mai deluso le aspettative.