Muoversi sui mercati utilizzando una corretta pianificazione strategica significa tracciare con chiarezza la direzione da perseguire (con coerenza) ed effettuare una costante verifica dei risultati verso i target prefissati. Significa anche analizzare la concorrenza, avere sempre ben chiaro il proprio portafoglio prodotti, pianificare l’innovazione e, altrettanto importante, avere sempre una visione chiara di come le varie funzioni e il loro diverso operare possano contribuire al raggiungimento dell’obiettivo aziendale. Infatti, quando si parla di pianificazione strategica si parla anche di un processo che consente di allineare su un percorso logico, coerente e finalizzato tutte le varie funzioni: dal Marketing alle Vendite, dalla Supply Chain alla Finanza che avranno ben chiaro il percorso da seguire per raggiungere l’obiettivo che l’Azienda (e/o l’Azionista) hanno prefissato. Oggi, nelle Corporations la Pianificazione strategica assorbe tante, troppe risorse col risultato di “sfiancare” molti managers che, troppo impegnati a seguire questo processo, si trovano spesso demotivati, svuotati di ogni creatività e spirito di iniziativa: a questo, forse, si può spesso imputare l’attuale crisi di molte multinazionali. Questa analisi nasce dalla mia esperienza personale e professionale e rispecchia quanto ho vissuto, specie negli ultimi anni all’interno di molte multinazionali.
FOCUS SULLE PMI – Oggi, come Senior Advisor di Zanni&Partners-The Management House, con un focus sulle piccole e medie Aziende italiane, mi trovo a confrontarmi con problematiche diametralmente opposte.
A fronte di opportunità di mercato, di prodotti con elevato valore aggiunto, di idee vincenti, l’approccio italiano è spesso carente o completamente privo di ogni elemento di Pianificazione strategica. I risultati sono, spesso, insoddisfacenti o diluiti nonostante il grande dispendio di energie e risorse.
Lasciando perdere le applicazioni estreme che, come detto, sono un’aberrazione del processo e non portano a risultati in linea con lo sforzo, un approccio di Pianificazione strategica – semplice e proporzionato alla complessità e alle dimensioni dell’Azienda – è fondamentale, ma purtroppo, non fa ancora parte della cultura di un gran numero di medie aziende italiane.
LE LEVE PER CRESCERE – La mancanza di visione strategica, unita ad una limitata internazionalizzazione – altra problematicità su cui lavoriamo molto – rende spesso le aziende italiane deboli, vulnerabili e con ridotti tassi di crescita. Le funzioni aziendali risultano focalizzate su obiettivi diversi e non sempre, purtroppo, coerenti; oppure occupate ad inseguire «l’emergenza» anziché seguire una precisa linea strategica di breve/medio periodo.
Questa mancanza la notiamo anche nelle aziende che, con acquisizioni, filiali e quant’altro hanno saputo nel tempo espandersi internazionalmente ma con scarsi processi di pianificazione strategica. Il risultato è un agglomerato di aziende ‘slegate’, con poche o nulle sinergie tra loro e con un evidente spreco di opportunità e di risorse economiche. Senza arrivare all’attuale ‘overdose’, a mio avviso deleteria delle Corporations, ritengo che una ‘via italiana’ alla pianificazione strategica si imponga.
PIANIFICAZIONE STRATEGICA, LA PAROLA D’ORDINE – Anche le medio/piccole aziende italiane possono aspirare, nonostante il momento critico, ad un salto di qualità e di crescita. Attraverso un approccio fatto di buon senso e di equilibrio ma – al tempo stesso – di visione strategica, di condivisione della stessa tra le varie funzioni e delle conseguenti azioni coerenti nel tempo. Salto di qualità e di crescita che vedo accadere, con soddisfazione, in tutte le aziende in cui abbiamo potuto implementare un sano processo di pianificazione strategica.