Ha vinto la Brexit, la Gran Bretagna uscirà dall’Unione europea. A dispetto dei sondaggi che davano il popolo del “remain” (restare nell’Ue) in leggero vantaggio, il voto degli inglesi ha svelato ben altra realtà: il “leave” (lasciare) ha vinto con il 51,89% contro il 48,11% di chi non avrebbe voluto questa soluzione.
LE CONSEGUENZE DELLA BREXIT – Tra i moltissimi commenti, l’ex premier italiano ed europeista convinto Romano Prodi ha dichiarato: “Sono andato a dormire con la tranquillità che la Gran Bretagna rimanesse nell’Unione e questa mattina mi sono svegliato con la consapevolezza che tutto era diverso… Poi discuteremo di tutte le conseguenze nel breve periodo, delle Borse che scendono, anche se questo mi preoccupa fino a un certo punto, perché credo che le conseguenze economiche non siano grandissime. Ma questa Brexit è il grande segnale del malessere non nei confronti dell’Europa, ma di tutta la politica che viene fatta oggi ovunque. Noi abbiamo sistemi politici che non rispondo a quelle che sono le esigenze della gente “. Le conseguenza della Brexit potrebbero toccare anche le esportazioni alimentari italiane in Inghilterra, che è uno dei mercati più importanti al mondo per le nostre esportazioni, ma in questo momento nessuno può valutare con esattezza cosa succederà.
CAMERON SI DIMETTERA’ – Una prima conseguenza sono le dimissioni di David Cameron. Il premier britannico ha infatti ribaltato le prime dichiarazioni governative sulla sua permanenza al governo, annunciando che lascerà l’incarico di capo dell’Esecutivo. Sono attesi colloqui nei prossimi giorni con tutti i maggiori leader mondiali, a cominciare da Barack Obama che ha sempre sperato che vincesse il “remain”. Previsto nelle prossime ore un vertice dell’Unione europea per fare il punto della situazione.
ANALISI DEMOGRAFICA – La prima analisi del voto, secondo la BBC, svela che l’Inghilterra è stata il motore trainante degli euroscettici, seguita dal Galles, mentre la Scozia e l’Irlanda del Nord sono state favorevoli a restare. Dalle prime analisi per classi demografiche emerge, invece, che sono stati gli over 65 i più accaniti verso l’Unione, mentre i più preoccupati per un futuro fuori da Bruxelles sono gli under 24. In generale al crescere dell’età sono cresciute le preferenze per la Brexit.
LA RISPOSTA DELLE BORSE ASIATICHE – La prima reazione si è avuta sui mercati finanziari orientali, i primi ad aprire le contrattazioni: l’indice Nikkei di Tokio ha perso ben il 7,92% in una sola seduta mentre la borsa di Honk Kong sta cedendo in questo momento oltre il 4 per cento. Cali più contenuti per Shanghai e per le altre borse asiatiche. In Europa i mercati finanziari hanno aperto con veri e propri crolli degli indici, tutti vicini al 10% compresa ovviamente Londra, l’epicentro di questo terremoto le cui conseguenze sono ancora da delineare.
DEPREZZAMENTO DELLA STERLINA – Sul fronte delle valute, l’euro guadagna nelle prime contrattazioni mattutine il 6% contro la sterlina, che si sta deprezzando con forza su tutte le principali valute mondiali: verso lo yen giapponese sta cedendo ben l’11% e il 7,7% verso il dollaro Usa. Quest’ultimo si sta peraltro apprezzando molto anche nei confronti dell’euro.