Definire quale sia l’effettivo significato di ʿautenticoʾ non trova sempre tutti concordi. Si tratta, del resto, di un termine spesso abusato dal marketing alimentare, o comunque utilizzato senza criteri e parametri condivisi. E’ però la nuova parola d’ordine per le campagne di comunicazione dei brand, e si lega direttamente a un’enorme domanda di cambiamento che arriva dal target dei millennials. Negli Stati Uniti, una ricerca di Watershed Communications ha cercato di stabilire cosa deve fare un marchio per incarnare l’autenticità tanto ricercata dai consumatori della generazione Y. E quindi di fornire alcune preziose indicazioni alle aziende, anche in relazione al rischio, per i big player, di cedere market share a favore dei competitor minori, percepiti, appunto, come più autentici.
I CINQUE MUST – Secondo il sondaggio, sono cinque i punti che aiutano direttamente i brand a ottenere l’etichetta di autenticità da parte dei consumatori. I primi due si legano direttamente al prodotto e, nello specifico, alla promessa che sia realizzato con ingredienti naturali, freschi e biologici. Gli altri tre, invece, hanno a che fare con la strategia e la responsabilità sociale dell’azienda. Dunque, fedeltà alla propria mission, trasparenza, cultura, semplicità e coerenza. Tutto ciò a prescindere dalle dimensioni del business, considerato che tra i brand più legati all’idea di autenticità, oltre alle piccole realtà, ci sono colossi come Trader Joe, Coca-Cola, e Starbucks.
CONTA LA PRIMA IMPRESSIONE – Il rapporto ha poi evidenziato che per costruire un’immagine positiva e autentica è indispensabile lavorare sul primo approccio, soprattutto se online. Una dinamica legata ovviamente anche all’abitudine dei giovani consumatori di leggere sommariamente le pagine web, soffermandosi solo se notano messaggi convincenti.