Il rapporto dell’Efsa recita: “I contaminanti da processo a base di glicerolo presenti nell’olio di palma, ma anche in altri oli vegetali, nelle margarine e in alcuni prodotti alimentari trasformati, suscitano potenziali problemi di salute per il consumatore. L’Efsa ha valutato i rischi per la salute pubblica derivanti dalle sostanze che si formano durante le lavorazioni alimentari, in particolare quando gli oli vegetali vengono raffinati ad alte temperature (circa 200° C). I più elevati livelli sono stati riscontrati in oli di palma e grassi di palma, seguiti da altri oli e grassi. Per i consumatori a partire dai tre anni di età, margarine e ‘dolci e torte’ sono risultati essere le principali fonti di esposizione a tutte le sostanze. L’Efsa ha valutato i rischi per la salute pubblica derivanti dalle sostanze: glicidil esteri degli acidi grassi (GE), 3-monocloropropandiolo (3-MCPD)”. La dott.ssa Helle Knutsen, presidente del gruppo CONTAM dell’Efsa, ha detto: “Ci sono evidenze sufficienti che il glicidolo sia genotossico e cancerogeno. L’esposizione ai GE dei neonati che consumino esclusivamente alimenti per lattanti costituisce motivo di particolare preoccupazione, in quanto è fino a dieci volte il livello considerato a basso rischio per la salute pubblica”. La disamina del gruppo ha messo in luce che i livelli di GE negli oli e grassi di palma si sono dimezzati tra il 2010 e il 2015, grazie a misure adottate volontariamente dai produttori. Ciò ha determinato una diminuzione importante dell’esposizione dei consumatori a dette sostanze.
I RISULTATI DELLE ANALISI DI ALTROCONSUMO – Ma la rivista Altroconsumo sull’ultimo numero di Luglio e Agosto ha svolto una ricerca approfondita facendo analizzare diversi prodotti di marca: latte per bambini, biscotti, merendine e patatine. I risultati? Presenza di contaminanti GE e 3MPCD potenzialmente cancerogeni presenti in dose elevate in diversi prodotti, in particolare nel latte per bambini l’allarme è rosso: 10 volte superiore al limite massimo dettato dall’Efsa. Dichiara Rosanna Massarenti, direttore di Altroconsumo: “Abbiamo chiesto al Ministero della Salute che proceda a verifiche a tappeto e provveda con interventi adeguati, anche con il ritiro dei prodotti, nel caso questi pongano a rischio la salute, soprattutto dei bimbi. Il nostro Governo deve farsi promotore presso la Commissione europea di una norma che regolamenti la presenza di queste sostanze tosscihe negli alimenti, in primis i limiti di sicurezza per i 3-MCPD in base alla dose giornaliera tollerabile stabilita dall’Efsa e l’esclusione totale di GE. Stiamo raccogliendo una petizione“.
SCENARI FUTURI – Dopo aver letto il rapporto Efsa e l’inchiesta di Altroconsumo in tutte le società, sia industrie sia retailer, non si parla d’altro e cioè ci si pone la domanda se l’olio di palma è possibile sostituirlo con quello di girasole o di cocco o con altri grassi. A parte i costi che lieviterebbero anche di 3 o 4 volte il fenomeno è sentito in Italia, in Francia e nel Nord Europa mentre negli altri Paesi sembrano ignorarlo. Ma dopo il successo di Colussi e di Galbusera, che hanno eliminato l’olio di palma e lo hanno comunicato con attività pubblicitarie e sulle confezioni, altre società stanno pensando di imitarle. Ma non tutte possono fare questa scelta.
CHI VINCERA’ LA BATTAGLIA? – Il dibattito ha tutta l’aria di una nuova guerra tra lobby. Da un lato gli asiatici in particolare la Malesia che sono i principali produttori di olio di palma e dall’altra parte gli Stati Uniti grandi produttori di soia e di girasole e la Francia grande produttore di colza. Ci sono poi i consumatori consapevoli che rifiutano l’olio di palma da un lato e dall’altro lato i grandi utilizzatori che fanno comunicazione per spiegare che oggi si approvvigionano di olio di palma sostenibile senza sradicare foreste o piantagioni e dando la loro versione su questo grasso vegetale. Staremo a vedere: chi vincerà questa battaglia?
di Paolo Dalcò