La Procura della Repubblica di Parma ritiene inammissibile la procedura di concordato preventivo a Parmacotto alla luce dei nuovi sviluppi. Per questo ha fatto istanza di revoca al tribunale fallimentare. Se la revoca venisse accettata il rischio del fallimento sarebbe alle porte. Il Gip del tribunale ha convalidato il sequestro di 9,7 milioni di euro trovati liquidi in azienda. Il piano votato dalla maggioranza dei creditori a questo punto rischia di non essere accettato dagli inquirenti mentre l’attività della società prosegue su due turni. Un eventuale fallimento comporterebbe danni ai dipendenti e vanificherebbe lo sforzo fatto dai commissari, dai creditori e ovviamente dagli amministratori. In ultima analisi anche la vendita del solo marchio all’asta porterebbe pochi soldi alla procedura fallimentare. Ma allora a chi conviene questa scelta?
Parmacotto, chi vuole il fallimento?
La Procura della Repubblica ha fatto istanza al Tribunale fallimentare per la revoca della procedura di concordato preventivo
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