La dolcezza vince sempre. Sensi di colpa e mode alimentari non possono nulla contro il potere di cioccolato e zucchero. Lo dice il rapporto 2016 di The Grocer sul mercato dei prodotti dolciari. Vendite in crescita costante, in Gran Bretagna e non solo, mostrano i pregi di un settore dinamico e adattabile al cambiamento dei gusti nel tempo. Dalle aromatizzazioni più esotiche alle incursioni nel mondo salutista, le varie forme dello zucchero sono sempre amate dai consumatori.
CIOCCOLATO E SENSI DI COLPA – E’ dimostrato: una donna su quattro si sente colpevole dopo aver mangiato cioccolato. Secondo un sondaggio di Harris Interactive gli uomini hanno meno sensi di colpa legati ai dolci, visto che solo il 13% ha la stessa reazione. Ma in fatto di dolci il senso di colpa è anche una questione di età: colpisce un quarto dei consumatori nella fascia d’età 16-34 anni, e solo il 15% degli over 55.
DOLCE E AROMATIZZATO – Distinguersi dagli altri è il sogno di ogni produttore di dolci. Ma in una categoria così affollata è più facile dirlo che farlo. Per il momento, l’agenzia 23red ha analizzato tre tendenze – estratti vegetali, aromatizzazioni e gusto al cocco – che potrebbero rappresentare altrettanti modi per rendere dolci e cioccolato speciali e unici.
SE I DOLCI DANNO LA SALUTE – Non solo sapore. Sono sempre più numerosi i prodotti dolciari che cercano di coniugare la bontà con effetti positivi sulla salute. Tra gli esempi troviamo le caramelle energizzanti Odra Energy’s dalla Polonia, il cioccolato fondente alla quinoa e mirtilli rossi dall’Australia, il cioccolato alle mandorle con acido lattico dal Giappone e le gomme allo Chardonnay dall’Olanda.
GRANDE E’ MEGLIO – Le confezioni grandi e variegate hanno successo, quelle semplici soffrono.
Nonostante la cattiva fama dello zucchero nel mercato odierno, il 2016 vede una crescita delle vendite (+1,6%) nel comparto dolciario dopo un 2015 in perdita. Ma quali sono i tipi di confezione più venduti? Secondo l’indagine di Statista, a trainare la ripresa sono le grandi tavolette di cioccolato (+7,6%) e i formati famiglia (+2,7%).
IN NEGOZIO, PICCOLO E’ BELLO – La produzione dolciaria rimpicciolisce quando viene colpita dal “raggio restringente” del negozio di alimentari.
Il fenomeno è diventato evidente dall’anno scorso, con una progressiva perdita di dimensioni e peso – ma non di prezzo – dei prodotti al cioccolato sistemati sugli scaffali. Secondo John Walker, analista di Kantar Worldpanel, “la tendenza di lungo periodo va verso il rimpicciolimento della dimensione dei prodotti”. Senza dimenticare il fattore calorie. Tutti i produttori stanno tentando di portare ogni confezione al di sotto delle 250 kilocalorie.
C’E’ ANCHE IL MIELE – Perché l’uso del miele britannico nell’industria dolciaria di alta gamma può far impennare il/creare fermento nel mercato? La risposta sta tutta nel metodo di produzione della Mighty Fine Honeycomb.
AL BUIO, DAVANTI ALLA TV – I britannici stanno diventando nottambuli, almeno quando si tratta di assaggiare dolci. Una ricerca di Kantar Worldpanel dice che il 47% della produzione dolciaria viene consumato dopo le 18: un aumento dell’11% rispetto al 2000, quando solo un terzo dei dolci veniva consumato dopo il buio.
I motivi del consumo notturno sono molteplici, a partire dagli snack alternativi ai dolci che li hanno sloggiati dalle ore diurne. Ma pesa anche il successo crescente di serie tv prodotte da network come Netflix o Sky.
LA RESISTENZA DEI DOLCI – Secondo la buyer di Spar Nichola Borg, la produzione dolciaria dimostra di essere “resiliente” in un mercato difficile.
Dall’alto dei suoi otto anni di esperienza da buyer negli ambiti food e non-food, la Borg sottolinea che “nel corso di quest’anno il mercato dei prodotti dolciari ha subito pressioni notevoli da parte di fattori molteplici. Tra questi, la costante guerra sui prezzi al dettaglio, una notevole diffusione di richiami ai consumatori e l’aumento del numero di snack alternativi. Nonostante queste pressioni, il mercato dei prodotti dolciari ha dimostrato resistenza e flessibilità, con una crescita stabile”.
BIG PLAYER ALL’ASSALTO – Mercato: marchi premium come Lindt e Ferrero quest’anno prendono d’assalto la classifica dei più venduti con una crescita impressionante. Ma altri big player dell’industria dolciaria non se la passano altrettanto bene. Con lo zucchero sempre nel mirino e la salute chiodo fisso nella mente di molti consumatori, i dati di Statista mostrano che nel 2016 Mars e Nestlé hanno entrambi preso vendite: rispettivamente un -3,5% e un -0,1%. Un forte contrasto rispetto alla crescita a doppia cifra di Lindt &Sprüngli e Ferrero (rispettivamente +16,8% e +15,1%), in un ambito che vede i consumatori dirigersi sempre più spesso verso i prodotti d’alta gamma nelle corsie dei supermercati dedicate ai dolci. Tra questi, Lindor da 200 grammi per Lindt o prodotti dedicati ai bambini come Kinder Joy per Ferrero.
CIOCCOLATO PROIBITO – Prodotti al cioccolato proibiti nel mondo: dove e perché? Il viaggio inizia dal Cile, dove la preoccupazione crescente per l’obesità infantile mette nel mirino la comunicazione rivolta ai bambini. A farne le spese a volte sono i prodotti stessi, proibiti tout court. Tra questi gli ovetti Kinder Sorpresa o l’Happy Meal di McDonald’s. Nel primo caso, la falce si è abbattuta il mese scorso sulle sorprese contenute negli ovetti, accusate di fare da “gancio commerciale” per gli under 14.
Problemi di marchi troppo somiglianti, invece, per gli M&M’s in Svezia, troppo simili al marchio Mondelez’s Marabou di arachidi al cioccolato e per il cioccolato inglese importato negli Usa. Fuori legge l’importazione di Cadbury bars e Toffee Crisp: le confezioni possono essere confuse con Reese.
L’importazione di chewing gum è di fatto vietata a Singapore, dal 1992. Anche se dal 2004 è ammesso quello con “valore terapeutico”.
Infine, le mini-gelatine dolci in capsule hanno problemi in Gran Bretagna e nell’Unione Europea. Molto popolari nell’Estremo Oriente, questi dolci sono fatti per finire direttamente in bocca dalla loro capsula di plastica. C’è chi teme un rischio di soffocamento.