Vanno ai Paesi Baltici e all’Europa dell’Est i maggiori vantaggi del Pacchetto Latte varato nei giorni scorsi dall’Unione Europea. E’ quanto emerge analizzando l’allocazione dei 350 milioni (su un totale di 500) distribuiti fra i 28 Stati membri dell’Unione, nei quali è ancora compreso il Regno Unito che parteciperà alla vita comunitaria fino al compimento della Brexit. Sulla base dei dati di Clal.it (il portale specializzato nel settore lattiero caseario) Fieragricola – rassegna internazionale del settore primario, in programma a Verona dal 31 gennaio al 3 febbraio 2018 – ha valutato il potenziale aiuto ogni 100 chili di latte prodotti, facendo riferimento alle singole assegnazioni per Paese dei 350 milioni conferiti da Bruxelles.
FONDI E PRODUZIONE – Considerando solamente la ripartizione del budget, l’Italia si collocherebbe al sesto posto fra i beneficiari, con uno stanziamento di 20,9 milioni di euro, dietro a Germania (57,9 milioni), Francia (49,9 milioni), Regno Unito (30,2 milioni), Olanda (22,9 milioni) e Polonia (22,7 milioni). Ma se si calcola la quantità di latte prodotta nel 2015 per ogni singolo Paese dell’Ue in relazione ai fondi assegnati, emerge la scelta politica di sostenere maggiormente l’area delle repubbliche Baltiche e dell’Europa orientale, con ogni probabilità per consentire agli allevatori di far fronte alla chiusura del mercato russo. I primi otto Paesi nella classifica degli aiuti finanziari per 100 chilogrammi di latte sono, infatti, Lettonia (1,28 €/100 kg), Romania (1,21 €), Bulgaria (1,19 €), Estonia (1,15 €), Lituania (€/100 kg), Ungheria (0,98 €), Repubblica Ceca (0,68 €) e Finlandia (0,44 €). Seguono Belgio (0,30 €/100 kg), Grecia (0,28 €), Slovacchia (0,25 €), Spagna e Svezia (0,24 €), Polonia, Portogallo e Slovenia (0,22 €). Alle loro spalle, con un valore di 0,21 €/100 kg si collocano Regno Unito, Italia e Francia, seguiti da Austria (0,20 €) e da Germania, Irlanda, Cipro, Lussemburgo, Olanda e Danimarca, tutte con un valore ripartito di 0,19 €/100 kg.
PREZZI – Tali aiuti possono essere raddoppiati dagli Stati ma anche ripartiti fra altri comparti in difficoltà, come la suinicoltura e l’ortofrutta. Restano da valutare gli eventuali benefici per il mercato e le tempistiche di questa decisione. Di sicuro le attese sono buone per la misura del Pacchetto Latte che estende la possibilità di operare stoccaggi privati di latte scremato in polvere (SMP). I magazzini dell’Ue-28 (fonte Clal.it) al 31 maggio 2016 stipavano 259.450 tonnellate di SMP, il 39,8% in più rispetto al mese precedente e addirittura il 1.668,5% in più rispetto al 31 maggio del 2015.
CINA – Anche se il mercato cinese ha ripreso la corsa agli approvvigionamenti, a partire da un +120,24% della polvere di latte intero nel giugno 2016 su base tendenziale, l’Unione Europea dovrà correggere la propria rotta con forza.
CONSEGNE IN UE – Le consegne di latte in Ue-28 nel periodo giugno 2015 – maggio 2016 hanno raggiunto i 155 milioni di tonnellate, con un trend in aumento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (+32mila tonnellate). L’export, al contrario, ha registrato una flessione: 20 milioni di tonnellate esportate fra giugno 2015 e maggio 2016, in diminuzione di 33mila tonnellate. A questo si aggiunge una contrazione del 27,91% delle esportazioni di polvere di latte scremato.