Tutto ruota intorno a una sorta di paradosso. Che senso ha utilizzare un mezzo da due tonnellate per consegnare un prodotto che pesa pochi chilogrammi? Se lo sarà chiesto più volte Don Meij, ceo di Domino’s Pizza, settima catena di fast food al mondo, arrivata anche in Italia lo scorso anno. E la risposta al quesito gli è arrivata letteralmente dal cielo. La multinazionale americana, infatti, sta sperimentando un sistema di delivery con i droni e intende renderlo operativo ad Auckland, in Nuova Zelanda, già dalla fine di questo mese. Nella fase iniziale sarà coinvolto un solo punto vendita, ma l’obiettivo è estendere il servizio all’intero Paese, per poi riproporlo gradualmente in Australia, Belgio, Francia, Germania, Olanda e Giappone. Al progetto collabora Flirtey, società statunitense specializzata nel settore, con all’attivo diverse esperienze simili.
VANTAGGI NORMATIVI – La scelta della Nuova Zelanda per il debutto delle consegne volanti non è certo casuale. Grazie a una normativa molto avanzata in materia di aeromobili a pilotaggio remoto, Domino’s potrà così evitare quelle lungaggini burocratiche che hanno rallentato i piani di Amazon negli Usa, spingendo poi recentemente Jeff Bezos a puntare sullo sviluppo del programma in Gran Bretagna.
DAI DRONI AI ROBOT – Insomma, tutto lascia prevedere che le pizze volanti solcheranno i cieli ben prima dei pacchi del gigante californiano. Ma intanto Don Meij, forte di un giro d’affari che cresce ormai da anni in doppia cifra, intende anticipare la concorrenza anche nelle altre frontiere futuristiche dell’hi-tech. A cominciare ovviamente dai robot. Lo scorso marzo, del resto, ha testato in Australia le consegne con il fattorino robotizzato Dru, acronimo di Domino’s Robotic Unit, capace di destreggiarsi tra strade e marciapiedi in completa autonomia. Una tecnologia molto simile a quella provata tra l’altro da Metro Group in Europa. E, più segretamente, starebbe lavorando persino al lancio di androidi in grado di impastare e preparare le pizze.