All’estero quattro consumatori su dieci considerano il cibo italiano qualitativamente superiore a quello locale. Quasi la metà degli statunitensi, inoltre, ne vorrebbe trovare di più nei supermercati, mentre il 74% sarebbe disposto a pagarlo un prezzo maggiorato. Eppure, l’elevato appeal del made in Italy stride in maniera evidente con una serie di dati, recentemente snocciolati da Cia-Agricoltori Italiani nel corso di un evento a Roma. Il primo, decisamente emblematico, è che in realtà gli stranieri non conoscono ben il 95% dei prodotti made in Italy. A fronte infatti di una produzione nazionale che vanta 5.874 cibi tradizionali e denominazione di origine, sulle tavole dei consumatori internazionali ne arrivano appena 200. Tanto che il 90% del fatturato complessivo viene generato da un paniere estremamente limitato, con un danno al potenziale giro d’affari calcolato in circa 33 miliardi di euro. Più o meno la stessa cifra, insomma, ricavata attualmente con l’export. E quasi la metà, a conti fatti, del fatturato che raggiunge invece il mercato dei tarocchi, che nei soli Stati Uniti vale 24 miliardi di euro.
ITALIAN SOUNDING – Dalle grandi catene di distribuzione alle nuove frontiere dell’ecommerce, nonostante recenti accordi strategici, l’italian sounding continua a compromettere l’immagine vincente del cibo tricolore nel mondo, causando tra l’altro confusione e credenze errate. Secondo un recente articolo del The Daily Telegraph, non pochi chef stellati italiani attivi all’estero invocano una sorta di certificazione delle ricette nazionali, così da arginare il fenomeno dilagante delle clamorose licenze gastronomiche. Lo stesso quotidiano britannico, del resto, stila tra il serio e il faceto una top list dei piatti spacciati come tipicità del Belpaese che più fanno ribollire il sangue ai nostri connazionali, proprio per gli accostamenti improponibili di ingredienti. Si spazia dunque dagli spaghetti alla bolognese, alla pizza con l’ananas, fino alla carbonara con lo yogurt.
PENNE ALLA VODKA – Ma non sempre la rigidità alla tradizione paga. Il prossimo 25 ottobre, per esempio, si terrà a Mosca la Giornata Mondiale della Pasta. Tra le specialità più attese, e più apprezzate dai consumatori russi, spiccano le penne alla vodka. Un esempio, secondo molti, di come la gastronomia italiana sia versatile e sappia adattarsi anche ad altre culture.