Grazie all’acquisizione di Trevisanalat, la marchigiana Sabelli entra nell’età ‘adulta’ della sua quasi centenaria esistenza e agguanta il terzo posto nel mercato italiano delle mozzarelle dopo Lactalis Italia e Granarolo. Un ‘deal’, per dirla col linguaggio della finanza, che Food può stimare tra i 15 e 20 milioni di euro di esborso e che sdogana la società di Ascoli Piceno tra i leader in questo importante segmento del fresco, con un fatturato aggregato 2015 che sale all’incirca a 120 milioni di euro, se ai 70 milioni della società picena si aggiungono i 49 della ‘preda’, che ha riportato 5,3 milioni di euro di margine operativo lordo (ebitda).
COPRIRE TUTTI I SEGMENTI DI MERCATO – A vendere le azioni Trevisanalat è stato il fondo di private equity Alto Partner, che ha ceduto a Sabelli il 77% della società di Resana, in provincia di Treviso, e della sua controllata Ekolat, che ha sede e stabilimento a Vipava in Slovenia. Il 23% delle quote resterà, invece, in mano agli attuali presidente Daniele Gheno e direttore generale Albino Del Bello, che manterranno il timone per i prossimi anni. L’operazione è stata finanziata da Banca Imi e Bnl – Paribas.
Con quest’acquisizione salgono a tre gli stabilimenti del neonato gruppo, che ha quindi ora una capacità produttiva in linea con le ambizioni future. “Con Trevisanalat – spiega a Food l’amministratore delegato Angelo Galeati – Sabelli può coprire tutti i segmenti di offerta nel mercato delle mozzarelle e affiancare la nostra azienda che si caratterizza da sempre per referenze dedicate in buona parte al banco gastronomia, prodotte quasi interamente con latte ‘di raccolta’ che arriva anche dalle alture del nostro territorio, oltre che ai prodotti per l’horeca”.
RAFFORZAMENTO NEI PRODOTTI PRIVATE LABEL – Trevisanalat, infatti, ha occupato tradizionalmente un altro segmento di offerta, quello dei prodotti a marca del distributore: “Trevisanalat – continua Galeati, ci permette di presidiare un segmento molto importante del mercato, quello delle buste a libero servizio e dei prodotti a marchio, che è complementare a quello di Sabelli se si eccettua una parte dei prodotti che noi storicamente produciamo per Conad, ma che rappresentano poco più del 10% dei nostri ricavi”.
L’ATOUT SLOVENO PER I PRIMI PREZZI – Poi c’è la slovena Ekolat, che dovrebbe giocare un altro ruolo all’interno dello schema competitivo del neonato gruppo: “Ekolat – prosegue Galeati – ci permetterà di fronteggiare la concorrenza delle mozzarelle provenienti dalla Germania, che sfruttano il basso costo della materia prima (conta per il 50% del costo di una mozzarella, ndr) e che hanno la loro quota di mercato in Italia. Si tratta di solito di prodotti di primo prezzo, che non vanno però trascurati si si vuol essere un attore globale in un mercato maturo quel è quello italiano, dove bisogna destreggiarsi su tutti i fronti per non perdere quote nell’arena competitiva”.
A TUTTA BURRATA Non manca un accenno di Galeati all’export: “Sabelli esporta per circa 2,5 milioni di euro mentre Trevisanalat ha circa 5 milioni di prodotti inviati fuori dai confini. Dovremo cercare di trovare le giuste sinergie anche su questo terreno, a cominciare dal mercato francese dove prodotti quali la burrata hanno un buon successo, testimoniato dagli elevati tassi di crescita. Stracciatella e burrata, che rappresentano il 15% dei nostri ricavi, sono in decisa ascesa anche in Italia, dove sono leader di mercato rispettivamente con il 39 e il 28% di quota a volume, certificata da Iri”.
Dopo aver chiuso il 2015 con un fatturato di quasi 70 milioni euro (8,4 milioni di euro di ebitda), Sabelli nei primi sei mesi del 2016 ha superato i 35 milioni di euro di ricavi, segnando +10% sui volumi vendita.