Secondo un recente rapporto pubblicato da Goldman Sachs in Cina i millennials sono 415 milioni, cioè più della popolazione attiva di Stati Uniti ed Europa occidentale. Entro il 2024 raddoppieranno il loro reddito medio, raggiungendo 13 mila dollari, per un totale combinato di 5,5 trilioni di dollari, pari a due volte il Pil del Regno Unito. Gli indiani invece sono 440 milioni e, insieme ai coetanei cinesi, attendono nei prossimi anni un aumento salariale quasi doppio rispetto al trend globale. Se però la Generazione Y asiatica è considerata il prossimo big spender mondiale nel largo consumo, ciò deriva anche da altre dinamiche in corso.
IL CARO CASA – Una di queste è legata direttamente allo stile di vita e alla tendenza a lasciare più tardi la casa dei genitori, vista anzitutto l’impennata dei prezzi degli immobili. A conti fatti, si tratterebbe di una buona notizia per l’industria al dettaglio e del tempo libero. Un millennial cinese, del resto, dovrebbe lavorare almeno 25 anni per comprare casa a Pechino e, nel complesso, in Asia le probabilità dei giovani di vivere con i genitori sono più elevate rispetto alla media globale, attestata al 49%.
AVANZANO I FAST CASUAL – Nella regione dell’Asia-Pacifico, secondo un sondaggio di Cbre, ben il 63% dei giovani di età compresa tra i 22 e i 29 anni vive in famiglia, risparmia circa il 20% dello stipendio e ne spende almeno il 30% in attività legate al tempo libero, come lo shopping e i ristoranti. Non a caso, i giovani cinesi escono per svago quasi dieci giorni al mese, contro i 7,4 dei nordamericani e i cinque degli europei, scegliendo sempre più di frequente la formula dei locali fast-casual, a discapito spesso dei più noti brand di fast-food. Del resto i millennials asiatici mostrano più attenzione alla qualità degli ingredienti e agli aspetti salutistici, nonché alla presentazione del cibo, pur considerando il prezzo una priorità.