Non è un’inversione di tendenza né l’inizio di una svolta vera e propria. Almeno per ora. Ma, sul mercato britannico, l’attenzione degli analisti è tutta concentrata su Aldi e Lidl, che registrano i più bassi tassi di crescita dal 2011. E lo fanno proprio mentre Tesco torna a incrementare la propria quota di mercato, arrivando a toccare il 28,8% di share contro il 27,9% di un anno fa. Ottimo lavoro per il ceo Dave Lewis, si direbbe. Sia chiaro: i discount tedeschi restano pur sempre i migliori performer di mercato, ma i segnali di rallentamento ci sono. Ed è la prima volta dallo scoppio della crisi. Ad oggi, stando ai dati Nielsen, la loro quota di mercato congiunta è pari a circa al 12% sul totale mercato Uk.
COME CAMBIA LO SCENARIO – A rendere ancora più evidente la frenata dei due player tedeschi c’è il sentore, diffuso tra gli analisti ma non supportato da dati oggettivi, che al netto delle nuove aperture i discount sarebbero in una situazione di stallo, con volumi di vendita sostanzialmente identici a quelli dello scorso anno. “Colpa” dei big retailer tradizionali e dei loro sforzi costanti per rendere più competitiva l’offerta e recuperare almeno la clientela a più alto reddito. E c’è chi come Bruno Monteyne, analista della società di ricerche Sanford C. Bernstein & Co. ed ex manager di Tesco, arriva a sostenere che il boom di Aldi e Lidl potrebbe esaurirsi completamente nei prossimi 18 mesi.
SPENDING PUBBLICITARIO – C’è inoltre da considerare che Aldi, prossimo anche all’ingresso nel mercato italiano, nonostante la sua proverbiale attenzione alla gestione dei costi, nell’ultimo anno ha speso ben 62,5 milioni di sterline in pubblicità. Cioè quasi quanto Tesco, che però conta su ben altre dimensioni.