Lactalis ha rilanciato sul prezzo di offerta pubblica d’acquisto (opa) che è disposto a riconoscere agli azionisti Parmalat per acquisire tutte le azioni in circolazione e ritirare il titolo dalle contrattazioni sulla Borsa di Milano. A un giorno dalla chiusura del periodo di opa (il 10 marzo è l’ultima data utile per aderire) il colosso francese, attraverso la società veicolo Sofil, si è detto disposto a offrire tre euro per ogni titolo e non più 2,8 euro come aveva definito finora. Contestualmente la società ha chiesto e ottenuto una proroga del periodo di offerta fino al 21 marzo, quindi altri sette giorni di Borsa aperti a partire dall’inizio della proroga. Per ottenere il risultato desiderato Lactalis dovrà sborsare adesso quasi 862 milioni di euro contro i 636 milioni di euro che avrebbe dovuto impegnare con i 2,8 euro. Un impegno decisamente più gravoso anche per un gigante del settore caseario come il gruppo che ha base a Laval.
L’OPA SI AVVIAVA AD ESSERE UN FALLIMENTO – Il motivo del rilancio dell’offerta è chiaro. A poche ore dalla chiusure dell’opa le adesioni degli azionisti di minoranza sono state decisamente scarse e pari a soli 4,8 milioni di titoli Parmalat sui 227 milioni che non appartengono ancora alla società della famiglia Besnier. In altri termini per la società francese l’opa sarebbe stata un fiasco, ma l’opzione “fallimento” non sembra essere contemplata in questo momento e da qui il rilancio di 20 centesimi sul precedente prezzo. Lactalis deve raggiungere almeno il 95% del capitale per attivare tutte le procedure per procedere ad un acquisto “coatto” dei titoli non ancora in sua proprietà e poter delistare il titolo dalla Borsa, ma a conti fatti con l’offerta da 2,8 milioni probabilmente non sarebbe neanche arrivata alla soglia del 90 per cento, considerata come quella minima perché l’offerta fosse considerata valida dall’offerente.
LA PAROLA RIPASSA AL MERCATO – Gli azionisti di minoranza aderiranno in massa questa volta? Difficile dirlo in questo momento. Per larga parte del periodo di offerta le azioni Parmalat sono state ben sopra il prezzo offerto da Lactalis e anche dopo l’annuncio del rilancio i titoli in Borsa sono saliti oltre i tre euro. Il mercato sembra quindi scommettere, almeno a caldo, su un terzo rilancio. Le azioni andranno però monitorate nei prossimi giorni per comprendere meglio le intenzioni del mercato. Per il momento l’ultima comunicazione rilevante cui far fede è quella del fondo Amber, proprietario di una quota tra il 3 e il 4%, secondo cui il prezzo corretto di ogni titolo Parmalat dovrebbe essere compreso tra 3,8 e 4,5 euro per azione. A questo calcolo si arriva comparando il valore che dovrebbe avere Parmalat se i suoi multipli finanziari (ovvero quegli indici economico-finanziari che consentono di comparare aziende tra loro diverse, una sorta di unità di misura della finanza) fossero allineati a quelli delle imprese simili, con l’aggiunta di quanto la società potrebbe realisticamente ottenere come risarcimento danni dalla banca americana Citigroup, con la quale è aperto un contenzioso legale relativo agli anni della gestione di Calisto Tanzi. Anche i fondi riferibili a Gamco Investor di Mario Gabelli, accreditati di un 1,3-1,4% delle azioni, avevano comunicato di non voler aderire. A tre euro cambierà qualcosa?