Cibus Connect 2017, le piattaforme digitali rilanciano l’export

Un convegno organizzato da ItalianFood.net in occasione della fiera tenutasi a Parma ha fatto il punto sulle strategie dei colossi dell’e-commerce e sulle opportunità per le imprese alimentari italiane. Evento in collaborazione con KPMG.
<b>Cibus Connect 2017</b>, le piattaforme digitali rilanciano <b>l’export</b>

Rivoluzione digitale, e-commerce, retailer che nel giro di una manciata di anni sono diventati colossi mondiali, consumatori sempre connessi che vogliono sapere tutto di ciò che acquistano… Le regole del gioco nel commercio sono cambiate, anche nel caso dei prodotti alimentari. Una sfida, ma anche un’opportunità da cogliere di cui si è parlato nel convegno “L’Italian food decolla sulle piattaforme digitali”, organizzato da ItalianFood.net in occasione del Cibus Connect 2017.

Anche nel grocery la crescita passa dal web

A inquadrare il tema è stata una ricerca presentata da Roberto Giovannini, partner di Kpmg, che ha fornito dati puntuali sullo scenario globale. L’e-commerce nel 2016 ha inciso a livello mondiale circa il 2% nella vendita di global packaged food – ha evidenziato Giovannini – mentre in Italia si arriva appena allo 0,35%, ma siamo convinti che il gap possa essere recuperato nei prossimi cinque anni traducendosi in un potenziale di 3,5 miliardi di euro. Chi produce food & beverage deve cominciare a identificare i mercati esteri in cui c’è domanda, dopodiché vedere in quali tra questi l’online ha forti prospettive di sviluppo, che però non sono le stesse per tutte le categorie merceologiche. Infine i produttori dovranno saper interagire con interlocutori nuovi come Amazon e Alibaba. Una grande sfida per le piccole e medie imprese italiane, che devono capire che non esiste una soluzione unica per affrontare l’e-commerce.

Roberto Giovannini, Partner di Kpmg
Roberto Giovannini, Partner di Kpmg

Lo storytelling è l’arma in più di Amazon

E a spiegare che cosa la società fondata da Jeff Bezos sta facendo nel comparto alimentare è stato Giulio Lampugnani, Head of Seller Services OHL di Amazon Italia: A settembre 2016 abbiamo ampliato il negozio Made In Italy con la sezione Gourmet, presente non solo in Italia, ma anche in Spagna, Francia, Uk e Germania. L’idea è dare maggiore visibilità ai piccoli produttori che rappresentano un po’ il vero tesoro del made in Italy artigianale. Abbiamo quindi fatto un lavoro di assistenza attraverso un team dedicato per avvicinare queste aziende all’online, ma soprattutto abbiamo creato delle pagine che permettono di conoscere non solo il prodotto, ma anche la sua storia, il territorio da cui proviene, grazie alla collaborazione con le regioni e le istituzioni locali.

Giulio Lampugnani, Head of Seller Services OHL di Amazon Italia
Giulio Lampugnani, Head of Seller Services OHL di Amazon Italia, con Maria Cristina Alfieri, Direttore di Food

Alibaba, una vetrina con 500 milioni di clienti

A insistere sulla necessità di avere una strategia bene chiara, magari a medio-lungo termine è stato Rodrigo Cipriani Foresio, Managing Director Italy, Spain, Portugal & Greece Alibaba Group: Alibaba è un marketplace composto da 12 milioni di aziende che vendono e quasi 500 milioni di clienti che comprano. In mezzo ci sono 1,2 miliardi di prodotti scambiati quotidianamente. Il primo errore da evitare è un ragionamento del tipo ‘Proviamoci, tanto se anche mi compra lo 0,01% sono soddisfatto’. Questo 0,01% non esiste o per meglio dire non vi troverà mai. Oggi pochissimi brand al mondo si possono permettere di arrivare sulle nostre piattaforme e non comunicare.

Rodrigo Cipriani Foresio, Managing Director Italy, Spain, Portugal & Greece Alibaba Group
Rodrigo Cipriani Foresio, Managing Director Italy, Spain, Portugal & Greece Alibaba Group, intervistato da Maria Cristina Alfieri, Direttore di Food

Coop Italian Food testa l’online in Cina

Un modello di business ben preciso è quello messo a punto da Coop Italian Food, società nata nell’ambito del sistema Coop, che esporta i prodotti alimentari italiani attraverso la collaborazione con catene estere. È il caso di Tradizioni d’Italia, la private label di Leclerc di cui Coop Italian Food ha curato ogni aspetto: gamma, packaging, marketing, controlli dello standard qualitativo. L’online in questo caso non è una priorità, eppure un primo test è stato condotto in Cina: Potremmo definirlo un ‘carotaggio’ fatto con Alibaba – ha chiarito Domenico Brisigotti, Ceo di Coop Italian Foode abbiamo già in programma un secondo affondo. In Cina l’online è determinante per ingaggiare il consumatore finale e l’esperienza con Alibaba ci ha dimostrato che è necessario avere un piano strategico ben chiaro. Fare un tentativo fine a se stesso non porta a nulla, a maggior ragione in Cina, perché si tratta di una realtà davvero complessa.

Domenico Brisigotti, Ceo di Coop Italian Food
Domenico Brisigotti, Ceo di Coop Italian Food

Ciao Gusto punta sul mercato Uk

Chi da più di un anno ha esordito nell’online, cominciando dal mercato inglese, è Italia del Gusto, consorzio che raccoglie grandi aziende alimentari. Tre i pilastri del progetto: il sito www.ciaogusto.com che propone contenuti per il consumatore, lo shop in shop all’interno del sito di Ocado (la principale piattaforma di e-commerce alimentare nel Regno Unito) e CiaoGusto Ltd, una società che importa i prodotti di quelle aziende socie di Italia del Gusto che non erano direttamente presenti nel mercato inglese. L’attività è iniziata a marzo 2016 – ha raccontato a Cibus Connect Alberto Volpe, Direttore Generale di Italia del Gustoperciò siamo ancora in una fase di apprendimento di un canale che ha regole specifiche. Sicuramente gli obiettivi sono aumentare la conoscenza delle marche che abbiamo portato per la prima volta in Inghilterra e la penetrazione. Miriamo inoltre a diventare il primo shop in Ocado e con il nostro sito ciaogusto.com un punto di riferimento per il food inglese.

l'intervento di Alberto Volpe, Direttore Generale di Italia del Gusto
Da sinitra: Alberto Volpe, Direttore Generale di Italia del Gusto; Marta Bommezzadri, Senior Editor di ItalianFood.net; Rose Price, Head of Buying di Ocado

Ocado a caccia di copacker italiani

Ma perché un retailer online straniero dovrebbe essere interessato all’alimentare italiano? Rose Price, Head of Buying di Ocado, lo ha spiegato ai partecipanti al convegno organizzato da ItalianFood.net a Cibus Connect 2017: Per noi i prodotti alimentari stranieri sono fondamentali, perché oltre il 12% della popolazione del Regno Unito è nata all’estero. Londra è la quarta più grande città svedese, la sesta città francese e oltre 65mila suoi residenti sono nati in Italia. La formula shop in shop di Ciao Gusto dà modo di raccogliere in un solo spazio 261 prodotti delle aziende di Italia del Gusto, a fronte dei 30mila venduti complessivamente dal nostro sito. I produttori italiani possono diventare anche fornitori della nostra private label, che incide per il 12% sulle vendite. Ciò che serve sono le certificazioni, per esempio la Brc, la capacità logistica e quella di soddisfare i nostri ordini, oltre ovviamente a prodotti di qualità.

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