Gli Stati Uniti si confermano un mercato di sbocco molto importante per i prodotti agroalimentari italiani: dopo Germania (17,5%) e Francia (10,9%), è il Paese oltre Atlantico a costituire una delle mete principali dei prodotti italiani, con una quota del 10% dell’export.
Bilancia commerciale
In base ai dati di Ismea, guardando allo scambio con gli Usa il surplus per l’Italia nel 2016 è stato di 2,9 miliardi di euro, 350 milioni di euro in più rispetto all’anno precedente. Importiamo dagli Stati Uniti meno di quanto esportiamo, come confermato anche dai primi due mesi del 2017. In controtendenza rispetto alla performance dell’agroalimentare italiano nel resto del mondo, che ha mostrato un peggioramento del deficit rispetto a gennaio – febbraio 2016, la bilancia commerciale con gli Usa vede una crescita del surplus di 24 milioni di euro in avvio del 2017, grazie all’aumento delle esportazioni (+4,2%) e alla stabilità delle importazioni (-0,3%). Negli ultimi due anni la crescita degli acquisti Usa dall’Italia è stata maggiore rispetto all’espansione dell’import statunitense nel complesso, con un differenziale positivo del 2%.
I prodotti più esportati
Nelle esportazioni di prodotti alimentari Made in Italy risultano maggiormente rilevanti i comparti “Vini e mosti”, che da soli rappresentano il 35% dell’export totale nel 2016, “oli e grassi” (il 14%) e “cereali, riso e derivati” (12%). Nel complesso questi tre aggregati esprimono oltre il 60% dell’export complessivo. Per quasi tutti i comparti produttivi, nel 2016 gli scambi con il mercato statunitense fanno registrare un surplus di bilancio; fanno eccezione le coltivazioni foraggere, l’ittico, le coltivazioni industriali e la frutta fresca e trasformata.